Politica

Palestrina, l’ospedale riapre ma gradualmente: parola al Sindaco Moretti

Palestrina, l’ospedale riapre ma gradualmente. Aveva acceso una forte polemica la decisione improvvisa presa dalla Regione Lazio di convertire il Coniugi Bernardini di Palestrina in un ospedale Covid. Il tutto all’oscuro dei Sindaci di zona. Anzi, come ci aveva riferito in una precedente intervista il Sindaco di Palestrina Mario Moretti, il 25 marzo era arrivata una nota.

«Una nota in cui veniva notificata la conversione. Già dai primi giorni di marzo c’erano stati ricoveri per Covid senza che il Sindaco ne fosse informato. Non erano stati definiti percorsi, né formazione del personale». Come se non bastasse la conversione dell’ospedale aveva avuto come effetto collaterale la perdita del Pronto Soccorso. Per un bacino di utenza di circa 80mila persone.

Ospedale Palestrina, una vicenda non proprio chiara

Una vicenda con alcuni punti oscuri, e in cui il Sindaco di Palestrina ha intenzione di andare più a fondo. Si presume, infatti, che già prima della conversione l’ospedale avesse accolto pazienti Covid. Senza che le autorità locali ne fossero state informate. Il Comune di Palestrina, dunque, ha disposto una richiesta di accesso agli atti, sia in Regione che alla Asl, per poter valutare attentamente i documenti e da lì decidere che posizione tenere.

Ritorno alla normalità? Non sarà immediato

Un ritorno alla normalità che non sarà certo immediato, come ci ha spiegato il Sindaco di Palestrina. «Ho parlato con il Direttore Regionale della Asl e loro pensano di riaprire tutto come prima. Ora bisogna vedere il personale, perché una parte è stato trasferito a Tivoli e Colleferro. Quindi bisogna far rientrare loro più trattenere le nuove unità, perché ci era stato promesso il potenziamento di alcune strutture, come i quattro posti di terapia intensiva che avranno bisogno di personale per poter funzionare». Dopo la sanificazione degli ambienti, l’ospedale dovrebbe tornare operativo dal 3 giugno, ma il Sindaco è stato chiaro. «Ho chiesto al Direttore di fare un comunicato per dire quali reparti riapriranno ,perché si potrebbe creare caos. Sono due mesi che i servizi non ci sono e le persone potrebbero pensare che siano stati riattivati tutti. Sostanzialmente, se tutto va per il meglio, dovrebbe essere una riapertura graduale».

Miriam Gualandi

Giornalista pubblicista. Laureata in Lettere Moderne. Si occupa di cronaca e politica ma se serve ama definirsi "multitasking". Fa tante domande, probabilmente ha scelto questo mestiere per avere la scusa per farne a chiunque.

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