Categorie: Opinioni

Perché la destra vince dappertutto?

La destra, a quanto pare, continua la sua ascesa politico-elettorale e si appresta a dare la scalata all’Emilia Romagna mentre la sinistra continua a puntare il dito gridando al lupo al lupo senza, però, fermarsi  a fare una riflessione autocritica sui motivi che stanno determinando questo consenso elettorale che viene bollato continuamente come populista. Nonostante, infatti, i risultati parlino chiaramente sul consenso che l’elettorato tributa alla coalizione di Salvini il PD, che ha ormai la meglio nella gestione di governo sull’alleato M5S che appare in balia del suo appoggio di governo, continua con insistenza nel voler affermare progetti e misure che il popolo italiano ha bocciato, in modo evidente attraverso il voto, più volte.

Argomenti quali l’apertura incontrollata a una immigrazione che trova non solo le porte aperte ma anche tavole imbandite; il riparlare dello ius soli direttamente o camuffato con altra terminologia o provvedimenti; l’insistere in modo compulsivo e a qualunque costo con programmi e temi che, sempre più, appaiono stare a cuore solo ed esclusivamente ad una sinistra che oltre a perdere consensi ha perso la sua vera identità; una politica fiscale che dà il colpo di grazia ad aziende ed economia nazionale oltre che ai privati; una assoluta indifferenza ai veri problemi di una popolazione che è martoriata dal punto di vista reddituale come dal punto di vista di una imposizione fiscale che non attanaglia più soltanto l’imprenditore ma anche il cittadino il quale rinuncia addirittura a curarsi per indisponibilità economica; la sicurezza delle strade e delle città sempre più labile con una lapalissiana impotenza delle forze dell’ordine che, addirittura, sono costrette a scendere in piazza per richiamare l’attenzione del governo sulle proprie improbabili condizioni di lavoro; una giustizia che, ogni giorno, appare a maglie sempre più larghe verso alcune categorie e sempre più strette nei confronti di altri;  una magistratura aggredita dagli scandali di palazzo che appare incapace di garantire il cittadino e la sua incolumità se si legge di aggressori e violentatori continuamente rimessi in libertà benché recidivi o delinquenti abituali; un costo della vita alto che a tantissime famiglie non permette di arrivare a fine mese procrastinando il pagamento di tasse e bollette varie.  

Se a tutti questi temi si aggiungono i corollari LGBT e il chiaro disegno di smantellamento dell’idea di famiglia, mascherato da rispetto di diritti e allargamento del concetto stesso di famiglia, accompagnato da provvedimenti legislativi proposti continuamente anche per occultare attraverso l’imposizione di un bavaglio legalizzato, allora il panorama è chiaro e non lascia ulteriori incertezze nella sua valutazione. Questi sono gli argomenti che il popolo avverte sulla propria pelle ogni giorno e la cui volontà la sinistra ha sempre ignorato ogni qualvolta è stata al governo negli ultimi anni.

Perché la sinistra affonda sempre più e la destra si afferma costantemente? Questi sono i motivi accompagnati dal fatto che la sinistra, per lo meno quella che si definisce ancora tale, continua a guardare l’altrui giardino più verde senza guardare in casa propria con obiettività e tenendo sempre presente che è lì per volere del popolo e in rappresentanza del popolo il quale desidera coerenza, per quanto possibile in un politico, oltre che un lavoro costante per il suo miglioramento e non, al contrario di quanto avviene da un pezzo, per il peggioramento della sua condizione. È una sinistra che incarna, paradossalmente, gli ideali e i progetti di quel capitalismo liberista che ignora l’uomo, le sue esigenze, la sua storia, le sue origini, a tutto favore di interessi economici liberi di affondare le proprie radici ovunque; una sinistra che incarna quella crisi antropologica che interessi occulti alimentano volutamente allo scopo di smontare, annullare, distruggere tutto ciò che può intralciarne il percorso e la relativa crescita, in primis la famiglia e ogni riferimento a nazionalismo, patriottismo e tutto ciò che può essere un legame a tradizioni e identità; una crisi antropologica che si riflette a cascata su istituzioni e politiche nazionali e sovranazionali; una crisi che è il frutto dello smarrimento dell’uomo il quale, perdendo i suoi punti di riferimento, non sa più chi è come recentemente affermato da Benedetto XVI e riportato dal Foglio.

Una sinistra, quindi, che ha perso il suo background, dimentica della sua storia che ricorda solo per gridare al fascismo ogni qualvolta non riesce a metabolizzare le proprie sconfitte e la rimonta di un centro destra in continua ascesa; una sinistra che, in una Europa Unita, trova la sua collocazione e il suo posto a difesa di quegli interessi capitalistici e di quelle banche dei quali Marx auspicava la scomparsa; una sinistra a favore di una Europa che, in ogni modo possibile, cerca di dimenticare le sue storiche origini cristiane basando la propria esistenza non su una identità politica bensì su una moneta unica che, però, non è una moneta sovrana in quanto non appartiene a nessuno stato ma alle banche le quali restano, ancora una volta, i soggetti cardine a livello centrale come a livello nazionale con uno stato che, continuamente, corre a loro difesa e tutela senza tener conto degli interessi del popolo, dei cittadini, del privato; prova ne sia l’attuale manovra che trasformerà la nazione in uno stato di polizia tributaria nel silenzio di una sinistra sempre pronta a insorgere, anche in modo visionario, contro ogni stato di polizia sebbene inesistente.

Una Europa, quella che vediamo, lontana dal sogno di Napoleone il quale, sia pur attraverso la conquista, sosteneva che “Abbiamo bisogno di una legge europea, di una Corte di Cassazione Europea, di un sistema monetario unico, di pesi e di misure uguali, abbiamo bisogno delle stesse leggi per tutta Europa. Avrei voluto fare di tutti i popoli europei un unico popolo”; lontana anche dall’idea di Agnelli secondo il quale “Per essere italiani nel mondo, dobbiamo essere europei in Italia”; una Europa in cui personaggi come Soros, già additati decenni addietro come speculatori dell’alta finanza, orientano scelte e fenomeni che condizionano profondamente la vita del nostro Paese.

Ecco perché la sinistra ha perso le sue tornate elettorali, ecco perché è destinata a perderle ancora, ecco perché il popolo si schiera, ogni volta di più, con una destra che è, quantomeno dal punto di vista dell’ascolto, più vicina ai suoi appelli e alle sue esigenze; una destra che si è sostituita alla sinistra nella tutela del popolo.

Unione o Disunione Europea? A dirlo capitalismo e banche non radici culturali

Redazione

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