Categorie: Ambiente

Pesca senza limite

“Big catch”. No, non è il titolo dell’ennesimo reality di Discovery o National Geographic. E’ il termine che sta a significare “grande cattura”, quindi grande pesca.

E' proprio di grande, grandissima pesca si tratta quando a solcare gli oceani alla ricerca di pesce sono dei veri e propri mostri galleggianti. Navi  dalle capacità di cattura quasi illimitate. Dotate di attrezzature tali che con una sola pescata possono tirare su l’equivalente del pesce che sfamerebbe una città per diversi giorni.

Sono le cosiddette “monster boats”. Tutto, a bordo di quei veri e propri “mostri”, è enorme. Reti a strascico che arrivano a toccare i 20 mila metri quadrati di estensione, strumenti raffinatissimi e tecnologie al seguito che individuano i banchi in qualsiasi condizione. La vita e i fondali marini che si lasciano alle spalle sanno di paesaggio lunare. Ci vorranno stagioni su stagioni per sperare in un ritorno della vita come quella appena scaricata sul ponte, lassù.

Gli ultimi 50 anni, infatti, hanno visto calare drammaticamente la vita negli oceani e nei mari del Pianeta. Le riserve ittiche sono calate di quasi il 90% e il punto di non ritorno non è più così al di là di venire. Il mare, lo capiscono ancora in troppo pochi, non è un supermercato dove riempire carrello su carrello arraffando tutto pur di arrivare in cassa.

Come si è arrivati alla tragica situazione odierna? Decenni di immobilità dell’Unione Europea, ad esempio,  hanno permesso la crescita della pesca fino a livelli insostenibili e hanno vuotato i mari compreso il nostro Mediterraneo dove accade anche di vedere, capita sempre più spesso, qualche squaletto sfuggito alla cattura e costretto a seguire i pescherecci fino alla spiaggia pur di procurarsi qualcosa da mangiare.

Cosa si prevede per il futuro? Niente di buono. Se la pesca dovesse rimanere questa, nonostante qualche piccolo aggiustamento come quello del divieto di “discarding” (pratica che consiste nel gettare a mare il pescato finito nelle immense reti accidentalmente, assieme all’obiettivo della campagna di pesca) è facile prevedere quello che sta già accadendo, con i piccoli pescatori che cambiano mestiere, popolazioni affamate e derubate dei loro pesci che cambiano Paese e le grandi flotte che spremono l’oceano come fosse un limone.

Stime accurate, che vedono tristemente concordi molti studiosi, raccontano di un pianeta blu pressoché deserto entro 50 o 60 anni!  

E non stiamo parlando di un reality show nemmeno stavolta.

Redazione

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