Cucina

Pesce azzurro: ecco quale mangiare e tutte le sue qualità

Il pesce migliore da consumare è il pesce grasso. Negli anni ’80 il professore Hugh Sinclair della Oxford University fu il primo a dimostrarlo. Lui adottò la dieta utilizzata degli inuit che si basava principalmente su carne di foca, pesce grasso, molluschi e crostacei. Studiando questo popolo aveva notato che nonostante consumassero poca verdura e molti grassi, sviluppavano poche malattie cardiovascolari. Oggi, infatti, è accertato che almeno due porzioni di pesce grasso a settimana riduce il rischio di incorrere in malattie cardiovascolari, depressione e artrite.

Omega 3

Tali tipologie di pesce contengono omega-3 che ha la capacità di condizionare la flora batterica, e favorisce la crescita di batteri associati alla produzione di acido butirrico. Tale acido è un grasso a catena corta che può nutrire le cellule della mucosa colonica (i colonociti) e può contrastare l’infiammazione sistemica di basso grado, una delle cause più comuni delle malattie cronico-degenerative (insulinoresistenza, diabete, malattie cardiovascolari, malattie neurodegenerative). Quindi bisogna consumare tanto pesce, soprattutto il pesce azzurro.

Ecco un elenco di pesci azzurri più frequentemente consumati è: il tonno, il pesce spada, le alici, le sarde, il merluzzo, lo sgombro, la ricciola, le aringhe e l’aguglia.

Etimologia del termine omega-3

Il termine omega-3 si utilizza principalmente quando si parla di acidi grassi che presentano 3 o doppi legami nella catena carboniosa. Si trova all’interno della membrana cellulare ed è in grado di determinare le caratteristiche di fluidità che sono indispensabili per svolgere tutti i processi all’interno della cellula. Ecco tutti gli altri meccanismi tramite i quali gli acidi grassi polinsaturi della serie omega-3 sono in grado di ridurre il rischio cardiovascolare: migliorano la funzione endoteliale (permeabilità, tono vasale, valori pressori), modulano l’aggregazione piastrinica, prendono parte ai processi di sintesi di molecole ad azione antinfiammatoria (eicosanoidi), stabilizzano le lesioni ateromasiche (ricordiamo che le placche instabili possono andare incontro ad erosione spontanea, fissurazione o rottura), sono dotati di una significativa azione di tipo antiaritmico. Inoltre rsono in grado di ridurre i livelli di trigliceridi e possono elevare i valori del colesterolo buono (colesterolo HDL).

Quanto omega-3 possiamo magiare

L’American Heart Association ha creato una dieta ricca di omega -3 che prevede due porzioni alla settimana di pesce azzurro e di grassi vegetali contenenti acido alfa linolenico (soia, canola, ecc.). Una porzione di pesce azzurro equivale a circa 160 grammi nelle donne e a 240-300 grammi nell’uomo.

Pesce Azzurro e anisakis

L’anisakidosi è una zoonosi causata da vermi tondi ascrivibili ai generi Anisakis in grado di determinare nell’uomo, ospite accidentale, è una patologia di difficile diagnosi con sintomi aspecifici e mutevoli. Infatti, molto spesso si può confondere con altre patologie (dispepsia, esofagite, gastrite, pancreatite autoimmune, emorragia digestiva, morbo di Crohn, carcinoma intestinale). Molti soggetti possono avere anche reazioni allergiche mangiando o inalando cataboliti prodotti da questi vermi, che si diffondono in aria. I prodotti ittici che sono più a rischio sono: triglia, pesce sciabola, lampuga, acciughe, merluzzo, tonno e molti altri.

Come si deve conservare

Ecco alcune regole da seguire per consumare il pesce in totale sicurezza: controllare che non ci siano parassiti quando si pulisce il pesce, preferire al crudo il pesce cotto; se si desidera preparare piatti a base di pesce crudo o poco cotto (ad esempio alici marinate, sushi…) bisognerà prima congelarlo a – 20°C per 24 ore, assicurandosi che il congelatore domestico consenta il raggiungimento del valore indicato, o richiedere il trattamento di bonifica preventiva (abbattimento termico) al dettagliante. Inoltre prima dell’acquisto di preparazioni gastronomiche a base di pesce crudo informarsi dal dettagliante se il prodotto è certificato (o leggere sull’etichetta) se risulta conforme al Reg. (CE) 853/2004. Se si è allergici all’Anisakis bisognerà astenersi dal consumare pesce crudo (sushi, sushimi, carpacci, alici marinate, etc.) in quanto si può andare incontro a shock anafilattico. In ogni caso è consigliabile tenere a disposizione i presidi medici atti a fronteggiare lo shock anafilattico le reazioni allergiche (cortisonici, adrenalina).

Alice Capriotti

Nata a Roma il 6 marzo 2000. Ha frequentato il liceo classico all’istituto Sant’Apollinare di Roma e ha continuato gli studi all’università di Roma Tre in Scienze della Comunicazione. Scrive di attualità.

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