Viterbo, pestata e insultata dal marito perché non si converte all’Islam

Orrore in provincia di Viterbo: un egiziano voleva anche strappare il figlio alla madre per indottrinarlo

Ha sopportato angherie, pestaggi e insulti per anni da parte del marito che dichiarava di agire in nome di Allah, forse anche per timore di perdere i suoi figli. Ma dopo le ultime botte, che l’hanno costretta ad andare in ospedale, ha deciso di rivelare l’inferno che ha vissuto per tanto tempo, chiedendo il divorzio. E’ davvero tremenda la vicenda di una donna italiana della provincia di Viterbo, sposata con un egiziano dal quale ha avuto due figli, un maschio e una femmina.

Il matrimonio, purtroppo, si è ben presto trasformato in una prigione. L’egiziano, infatti, pretendeva che la moglie si convertisse all’Islam e, poiché lei si rifiutava, scattavano i pestaggi e insulti di vario genere. Le cose sono degenerate ulteriormente quando è nato il primogenito maschio, che il padre ha cercato immediatamente di indottrinare, usando anche le cattive maniere. La figlia femmina, invece, era completamente trascurata dall’uomo. La madre ha cercato di difendere il maschio dai metodi brutali del padre tiranno, ma in tutta risposta l’egiziano ha minacciato la donna che non glie l’avrebbe fatto più vedere e lo avrebbe rapito e portato in Egitto per assimilare definitivamente i precetti dell’Islam.

L’uomo non tollerava che la madre “interferisse” in questa vicenda dato che, evidentemente, il figlio è considerato un oggetto di sua proprietà. Così, il folle ha pensato bene di insultare e picchiare la moglie davanti alla prole, pronunciando orribili frasi come ad esempio “Vostra madre è una mignotta”. 

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’ultimo pestaggio, avvenuto nello scorso mese di settembre, quando il despota ha giurato che Allah avrebbe fatto giustizia di tutte le infedeltà della consorte. La donna si è dovuta recare in ospedale per farsi medicare traumi ed ecchimosi varie al collo e alla braccia, che gli sono costati una prognosi di trenta giorni. Questo episodio ha definitivamente convinto la vittima a denunciare il marito ai Carabinieri e a chiedere il divorzio.

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