Come riportato da Il Messaggero, dopo la scoperta di casi si peste suina in un parco di Roma, si starebbe pensando di virare verso un “depopolamento” degli ungulati. Per la Coldiretti, in Italia, sono presenti 2,3 milioni di cinghiali, mentre per Angelo Ferrari, commissario all’emergenza peste suina, se ne conterebbero 3 milioni.
L’elevato numero degli animali potrebbe rappresentare un rischio verso il settore della carne suina, oltre a creare danni verso l’agricoltura. Per questo, una soluzione potrebbe essere quella di abbattere 500.000 cinghiali, eliminandoli nelle aree in cui sono portatori di virus della peste suina. E cioè la campagna romana, ma anche Liguria e Piemonte.
Pochi giorni fa, nel merito, il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, aveva dichiarato che “Non c’è altra soluzione al varo di una piano nazionale per la riduzione del numero dei cinghiali”. Come ha spiegato il commissario Ferrari, il 19 maggio “si terrà una nuova riunione nella conferenza Stato–Regioni. Il piano è chiaro: nelle aree con cinghiali infetti gli animali vanno eliminati, il tutte le altre Regioni devono diminuire di numero”.
E per farlo, come riporta sempre Il Messaggero, si pensa anche di coinvolgere i cacciatori attraverso il prolungamento della stagione venatoria e il permesso di cacciare nelle ore notturne. Per il responsabile ambiente di Coldiretti, Stefano Masini, tuttavia: “L’esperienza ci insegna che su questo tema serve una pianificazione seria e profonda. Per risolvere davvero il problema dei cinghiali serve ad esempio una gestione rigorosa dei rifiuti. Questo significa non solo la repressione di comportamenti scorretti ma ad esempio la realizzazione del termovalorizzatore a Roma“.
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