Categorie: Opinioni

Post-modernità e post-verità; populismo e sovranismo

Riceviamo e Pubblichiamo da Renato Centofanti:

Nel primo articolo, affrontavo i perché di una sconfitta storica per il mondo della sinistra liberale e socialdemocratica, principalmente fondata sul partito democratico, passando poi in rassegna rapidamente la storia del populismo europeo e russo dell’ottocento, per affermare che, con il populismo attuale non c’è relazione, sono un’altra storia. Nel secondo articolo, ho analizzato perché sia stato possibile l’accordo o contratto tra M5S e Lega, pochi ingenui pensavano che ciò non fosse possibile e invece lo è stato e vanno molto bene insieme a dispetto di quello che i vari analisti e molti elettori (ex) di sinistra, pensavano.

Adesso toccherò  un argomento, che è quello del titolo, cercherò di mettere in relazione i quattro concetti  e mostrare perché i primi due, generano i secondi due, divenuti bandiere politiche dei 5Stelle e della Lega (ovviamente il discorso vale per Trump, Le Pen, Orban e altri).

Il concetto di postmodernità lo inventa nel nel 1979 J. F. Lyotard, il libro che da il via a tale concetto è

‘La condizione post-moderna’ – che anticipa di molti anni la società liquida di Bauman – la tesi fondamentale del libro è: i grandi Racconti sociali si sono esauriti e hanno perso fascino ( Comunismo, Fascismo, Cattolicesimo, Rivoluzione, Verità),  il presente è fatto di racconti sociali frammentari,  privi di una visione d’insieme totalizzante e rassicurante, sono discorsi parziali organizzati per interessi locali e particolari, storie piccole che mai pensano alla fondazione di un grande progetto sociale. Insomma, una frammentazione del sociale che produce un forte disincanto, non a caso gli anni ottanta furono definiti gli anni del Riflusso, cioè la fuga dall’impegno politico e la riscoperta del privato, le basi sociali e culturali di questo comportamento stavano nell’affermarsi della Condizione Post-moderna cioè nella frantumazione del ‘Grande Racconto’, precisamente nel prendere coscienza che i sogni di palingenesi sociale erano infranti e mai sarebbero tornati. Un altro filosofo che ha gettato le basi per la post-modernità, anche più a fondo di Lyotard, è Richard Rorty che pensa, e sviluppa un’analisi della conoscenza e della società sganciata dall’idea di una Verità unica, ma invece dove possono coesistere più verità, in sostanza partendo dalla famosa frase di Nieztsche: ‘Non esistono fatti ma solo interpretazioni’ arriva a concludere che, siccome sinora Dio, Fascismo, Comunismo,  Liberalismo, Rivoluzione, La Verità, non hanno dato buoni frutti ma prodotto solo disastri, sarebbe il caso di basarsi sulle cose che ci permettano di vivere meglio e in tranquillità: Solidarietà, Ironia, un Relativismo basato sul diritto occidentale in quanto democratico, un rifiuto dei grandi racconti; fino al concetto chiave che ‘quando entrano in conflitto la Democrazia e la Filosofia, la Democrazia ha la precedenza’. Sembra tutto banale, ma, ad un approfondimento ulteriore ci accorgiamo che, quello che sembrava sacrosanto e buono si è rivelato micidiale per le stesse basi della società occidentale. Vediamo alcuni punti critici, che secondo me e altri, hanno generato Trump, e i Sovranismi attuali. La Solidarietà è un Bene Comune, ma quando si allarga nei grandi numeri mondiali ci si accorge che non può essere praticata pena la perdita di proprie possibilità e sicurezze, quindi si trasforma in solidarietà interna a gruppi etnici o nazionali rifiutando quella universale.

E’ quello che sta succedendo in tutto l’Occidente con la questione Migranti. L’Ironia è piacevole e divertente, oltreché sintomo di fervida intelligenza quando si pratica in ambienti adeguati e non troppo estesi, quando invece si trasferisce nel mondo esteso della Rete (WEB) diventa altro, abbattimento e discriminazione dell’altro, moderno pogrom elettronico capace di inibire minoranze sociali e intellettuali, al di là della validità del detto. Se la Democrazia vince sulla Filosofia, cioè sulla conoscenza, significa che se la maggior parte pensa una determinata cosa, anche senza basi di conoscenza valide, quella ‘cosa’ vince sulla conoscenza, specialmente sulle conoscenze umane dove in assenza di esperimenti certi e chiari è sempre possibile pensare e dire che qualcuno complotta contro il popolo per fini delle grandi lobby. La Relatività delle idee, utile per demistificare i grandi Racconti Totalitari, viene a trasformarsi in un veicolo per svuotare di significato tutte le idee e posizioni che cercano di avere una fondatezza teorica e giustificativa, in sostanza diviene quasi superfluo dare consistenza teorica a posizioni politiche e di scienza sociale, la fondatezza sembra darla la Rete con la nuova fonte legittimativa della viralità. Pian piano ci stiamo abituando al nuovo credo della Rete, che invera la frase di Nietzsche , che tutto è interpretabile; dallo sbarco sulla Luna alle Torri Gemelle, dal ‘bambolotto morto’ in spiaggia fino allo smalto sulle unghie della naufraga-finta (finta ovviamente per chi ha interesse a definirlo tale),  insomma un campionario molto vasto di svuotamento di significato delle cose.

Come ciò sia stato possibile,  è tema di analisi attuale ma molto in ritardo rispetto ai  fenomeni elencati.

Ricapitolando: 1) la frammentarietà sociale, la riduzione a opinioni di ogni conoscenza sociale, la perdita di fascino dei grandi miti, quali Comunismo, Fascismo, Cattolicesimo, Liberalismo, Rivoluzione, portano le persone a cercare comunque un fondamento nei piccoli miti vicini  che sembrano possibili e fattibili, quali la Sovranità Territoriale: da lontano avvicino a me; km zero per i prodotti alimentari: da lontano avvicino a me; impermeabilità ai migranti: li lascio lontani da me, potrebbero danneggiarmi per il  lavoro e per i servizi sociali; la stessa Religione viene trasformata in una religione ad uso e consumo personale quale è la New Age, dove il concetto di salvezza è riferito a se stessi e la Verità non è importante perché una religione personale non abbisogna di Teologia, cioè un discorso su Dio.

Quindi, il post-moderno plasma la società  sia nella politica che nei costumi,  come nelle arti e anche nel designer, non abbiamo grandi invenzioni ma quasi sempre rielaborazioni di modelli in chiave attuale, non creazioni ma rielaborazioni. La moda in questo senso ci mostra esattamente quello che cerco di dire, riprendere linee e tendenze del passato per rielaborarle con materiali e gusti attualizzati.

Il paradosso è che,  il mondo è diventato un villaggio globale per via della Rete e i Trasporti aerei, ma nella testa delle persone c’è bisogno di confini, legittimo, ma ciò va analizzato a fondo e invece non è stato fatto da parte di chi doveva farlo per ruolo intellettuale e istituzionale, le Università e i vari centri di studi sociali sono stati fermi a paradigmi vecchi e anacronistici. Il pensiero di Sinistra che nel concetto di ‘Internazionalismo’  fondava molta della sua teoria e azione politica – Marx chiude il Manifesto dei Comunisti con lo slogan ‘Proletari di tutto il mondo Unitevi’ –  è stato abbandonato da ormai tanti anni e adesso invece sarebbe stato un’utile arma dialettica nei confronti dei Sovranismi e Populismi.

I piccoli miti del Sovranismo e del Populismo stanno plasmando le società occidentali su nuovi modelli materiali, ma la base teorica è stata creata da filosofi ( di sinistra) che non pensavano si sarebbe tornati ai confini e alla demagogia populista molto somigliante, ovviamente solo somigliante, a quella degli anni venti e trenta del 900.  L’intento di questi articoli era mostrare le condizioni materiali e teoriche dell’affermazione di forze politiche sovraniste e populiste, con emergenze sia di sinistra che di destra, vagamente oscurantiste ed eticiste, che rompono con un modello progressista e social-liberale della democrazia italiana e occidentale.

In questo c’è certamente un ‘Cambiamento’,  ma come qualificare questo cambiamento è questione aperta e viva e sicuramente non basta la politica per affrontare tali questioni, serve un pensiero di costruzione di una nuova socialità, sulla base di una visione all’altezza dei tempi.

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