Categorie: Cronaca

Presentazione di “Ai confini del nero”

Il tentativo di boicottaggio della presentazione dell’ultimo libro di Mario Michele Merlino, a Tivoli, è andato a vuoto. Niente da fare per i sabotatori che, la notte precedente all’incontro, si erano introdotti nell’ex chiesa di San Michele Arcangelo, messa a disposizione dal Comune per la conferenza, imbrattandola con sterco, liquami e scritte diffamatorie.

Claudia Presciutti, Presidente del Circolo Janus ed organizzatrice, ha infatti prontamente individuato uno spazio alternativo, commentando così l’accaduto: “Possiamo dire che la location dell’Annunziata è stata poi un’ottima alternativa e che l’evento ha riscosso un buon successo. Peccato perché sarebbe stato di certo più interessante se coloro che erano contrari a questo incontro si fossero presentati il giorno stesso, magari chissà, avremmo saputo di chi stiamo parlando, o ne sarebbe scaturito un dibattito, ma evidentemente non è nelle loro corde”.

Il libro in questione s’intitola “Ai confini del nero” e racconta ‘l’eresia’ di quanti, dopo l’8 settembre, scelsero di rimanere fedeli ai propri ideali.
L’autore è Mario Michele Merlino, indagato per la strage di Piazza Fontana ed assolto dopo un lunghissimo iter processuale con formula piena. In un Paese in cui, per dirla alla De Benoist, le persone “vanno avanti guardando nello specchietto retrovisore”, queste premesse bastano a suscitare clamore e spingere alcuni ad insozzarsi di sterco fino ai gomiti nel vano tentativo di impedire una conferenza.

“C’era una montagna di sterco” – così commenta Merlino la scena alla quale ha assistito e che gli ha riportato alla mente un passaggio del testamento spirituale di Direu La Rochelle, in cui l’intellettuale afferma di non essersi mai sporcato le mani in vita sua, forse solo i piedi. “Ecco, le persone che hanno oscenamente imbrattato l’ex cappelletta sicuramente non potranno dire altrettanto, e se questo metaforicamente è indice di poco valore lo lascio giudicare a voi” – taglia corto Merlino.

Di una cosa l’autore è certo, ovvero “dell’incapacità di affrontare altri temi e della povertà di concetti che caratterizzano la sinistra di questi anni. E come questo imponga una definitiva revisione storica, che spazzi via l’antagonismo buoni-cattivi e rimetta le persone nella condizione di pensare al presente”.

Redazione

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