Prestiti online: chi sono coloro che ci scrivono sui social?

Abbiamo chiesto ad un avvocato chi sono gli individui che ci scrivono per offrirci denaro e se questo è legale

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Oggi parliamo di prestiti online. Capita anche a voi di ricevere messaggi privati sui Social come Facebook e Twitter per offrirvi denaro? Forse tutti ci saremo chiesti chi sono e che tipo di lavoro svolgono. Abbiamo parlato con l’avvocato Matteo Raimondi per conoscere l’identità di queste persone e capire se possiamo fidarci.

Avvocato, chi sono queste figure? Possono inviarci messaggi in privato con proposte di finanziamento / prestiti?

“Occorre preliminarmente distinguere le società finanziarie regolarmente abilitate che, tramite campagne pubblicitarie sui social, raggiungono, anche a mezzo messaggio privato, una determinata platea di destinatari, proponendo dei prestiti a condizioni agevolate, dai singoli soggetti non abilitati e che rappresentano dei potenziali truffatori”.

Cosa può accedere nell’uno e nell’altro caso e quali sono i risvolti sul piano giuridico?

“Nel caso di una società finanziaria abilitata, a differenza di un sms ricevuto sul telefonino in cui – anche alla luce della recente entrata in vigore del GDPR (Regolamento generale per la protezione dei dati personali n. 2016/679) – se non vi è un previo consenso dell’interessato si può configurare una violazione della privacy ai sensi dell’art. 130 del D.Lgs. n. 196/2003, l’adesione ad una piattaforma social (sia essa Facebook o Twitter) ed il relativo consenso / accettazione delle regole di gioco comporta la possibilità per l’utente di ricevere dei messaggi (ad es. quelli su Messenger) aventi anche finalità di marketing.

Altri casi illustrati dall’avvocato

“Caso ben diverso, invece, è quello di singoli soggetti non abilitati alla erogazione di servizi finanziari che utilizzano impropriamente una piattaforma social per inviare messaggi privati con l’intento (nella quasi totalità dei casi) di mettere in atto una truffa ai danni dell’ignaro utente.

Il modus procedendi, spesso, consiste nell’ingenerare la falsa aspettativa di ottenere un prestito senza garanzie e molto conveniente all’ignara vittima per poi richiedere un costo di “attivazione” del servizio. Ciò rappresenta ovviamente un reato (quello di truffa disciplinato dall’art. 640 c.p.)”.

Al di la della questione prestiti online, come comportarci quando pensiamo di essere vittima di una truffa online?

“Il consiglio, in casi del genere, è quello di segnalare immediatamente il messaggio alla polizia postale (anche tramite il sito internet) o di denunciare il fatto (personalmente o tramite un legale di fiducia) con apposita denuncia-querela, o anche con un semplice esposto, alla Procura della Repubblica. Prima di farlo l’ideale sarebbe riuscire ad ottenere, se necessario ricorrendo ad un esperto informatico, l’ID del mittente”

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