Categorie: Cronaca

Processo Valle del Sacco, parla Cacciotti

A distanza di sette anni dalla scoperta choc dell’interramento di fusti tossici nell’area dell’ex Snia di Colleferro, martedì 4 febbraio è ripreso il processo penale, presso il Tribunale di Velletri, a carico di coloro che si sono resi responsabili dell'inquinamento dell'area.
Le ripercussioni sono state terribili per gli allevatori, con l'abbattimento di migliaia di capi di bestiame ma anche e soprattutto per l'uomo con un aumento esponenziale di tumori nella zona.

Proprio in coincidenza della ripresa del processo penale, il Frusinate trema per l'esondazione del fiume Sacco a Ceccano.
Il timore di allevatori e cittadini è che le sostanze tossiche, sebbene in una zona lontana dall'area industriale più inquinata, possano contaminare i terreni limitrofi.

Al processo si è costituito parte civile il Comune di Colleferro. Intervistato da QDL il sindaco Mario Cacciotti si dice fiducioso che dal lavoro della magistratura potrà essere accertata la verità: "In questa storia ci sono delle responsabilità che risalgono agli anni '50. Noi come Comune ci siamo costituiti parte civile e ci aspettiamo che da questo processo venga fatta finalmente giustizia".

Colleferro che, a detta del sindaco, ha messo in moto tutti i canali per superare l'emergenza inquinamento: "A Colleferro nessuna industria scarica più sostanze chimiche nel fiume Sacco. In particolare, Fosso Cupo che procurava i problemi maggiori è stato messo in sicurezza. Arpa 2 è stata bonificata mentre per Arpa 1 è stata indetta dalla regione una gara e a giorni dovrebbe essere completata anche la bonifica di quest'ultima".

Sulla proposta di Legambiente, anch'essa costituitasi parte civile, di istituire "un registro tumori a livello regionale, per raccogliere tutti i dati essenziali per la ricerca sulle cause del cancro anche in questa area così fortemente colpita", Cacciotti si dice d'accordo ma rivendica i passi avanti fatti da Colleferro: "L'ultimo rapporto fatto sui giovani tra i 6 e i 19 anni parla di un netto miglioramento delle condizioni di salute. E' un problema di cui deve occuparsi la ASL ma noi come Comune abbiamo e faremo sempre la nostra parte a tutela dei cittadini".

Sette anni dopo, il processo penale è ripartito. Ma ancora una volta la sensazione è che la verità dei fatti abbia preceduto e reso ormai quasi superflua una verità giudiziaria.
Una sentenza di tribunale non potrà in nessun modo cancellare la più brutta pagina di storia che la Valle del Sacco abbia mai scritto.

 

Redazione

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