Categorie: Cronaca

Psicosi Ebola a Roma, africana picchiata su un bus: “Mi infetti”

Se i fatti sono andati effettivamente così, come riporta Il Messaggero, questo gruppo di persone dovrebbe farsi qualche domanda sul modo con il quale si informano ma soprattutto sull'educazione che stanno impartendo ai loro parenti più giovani. Perché non è possibile che quando una bambina dice a una donna africana, senza alcun fondamento: "Scansati perché mi attacchi l'ebola", le amiche e i parenti invece di spiegargli come stanno veramente le cose cominciano a picchiare la malcapitata.

L'episodio sarebbe avvenuto a Roma, su un bus dell'Atac,  nei pressi del capolinea di Grotte Celoni. A subire il pestaggio sarebbe stata la 26enne, Fataomata Sompare, che da 4 anni vive nella Capitale, nel quartiere di Torre Maura. La donna ha riferito che, dopo aver ricevuto l'insulto da parte della ragazzina, le amiche sono venute a darle manforte. Poi, poco dopo, sarebbero sopraggiunti i parenti  che, invece di infondere buon senso e far capire alle giovani le stupidaggini e le inesattezze che stavano dicendo e compiendo, hanno cominciato a picchiare la donna. "Mi hanno detto che ho l'ebola e che dovevo scendere dal bus", ha dichiarato la 26enne africana, che intende sporgere denuncia.

Si tratta di un episodio che farà sicuramente discutere e che fa scattare un grande campanello d'allarme sulla disinformazione di alcuni cittadini, che in casi come questo, può sfociare in atteggiamenti intolleranti, razzisti e xenofobi.

Lo stesso può dirsi per quanto accaduto a Fiumicino, dove alcuni genitori sarebbero stati colti dalla psicosi da ebola, dal momento che si sarebbero opposti al ritorno in classe di una bambina ugandese di 3 anni, in quanto era tornata da un viaggio in patria e, per evitare un fantomatico contagio, avrebbero deciso di lasciare a casa i propri figli qualora la bambina si fosse ripresentata a scuola. La preside dell'istituto comprensivo Porto Romano ha fornito la propria versione dei fatti: "La bambina è rientrata in Italia il 14 ottobre e noi abbiamo immediatamente chiamato il padre, che ci ha consegnato un certificato medico. Inoltre, ci siamo messi in contatto anche con il medico del suo paese che l'ha visitata e abbiamo scoperto che l'Uganda non è nemmeno considerato un paese a rischio".

"La madre della bimba – ha rivelato il dirigente scolastico – era decisa a far cambiare sezione alla figlia perché si era offesa. Alla fine, però, questo non è avvenuto e comunque sia lunedì scorso la bambina è rientrata a scuola senza nessun problema da parte dei genitori dei suoi compagni di classe. Non ho avuto nessuna segnalazione da parte delle maestre, ciò mi induce a pensare che non ci siano state assenze ingiustificate".

Redazione

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