Quando i gabbiani finiscono nel mirino delle lupare

La direzione distrettuale antimafia di Roma ha ipotizzato che il clan di origine nomade Di Silvio abbia minacciato anche il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli

“Mai avuto a che fare con quella gente, mai avuto contatti, per carità. Io optai per l’altro collegio in quanto quello di Latina non era il mio collegio e soprattutto FdI, nato appena 55 giorni prima delle elezioni, in provincia di Latina aveva ottenuto il 10% dei consensi, la percentuale più alta in Italia, e insieme con Giorgia Meloni e Marco Marsilio ritenemmo giusto premiare quel risultato, dando a quel territorio una rappresentanza alla Camera”.Lo dice Fabio Rampelli, fondatore di Fdi e vicepresidente della Camera, in merito alla questione  "Pasquale Maietta".

Ma andiamo per ordine. Maietta nel marzo 2013 fu candidato alla Camera nella lista di FdI, risultò terzo dopo Giorgia Meloni e Rampelli. Rischiava di restare fuori dal Parlamento. Così lo stesso Rampelli decise di scegliere il collegio Lazio 1, lasciando di fatto il seggio del Lazio 2 al commercialista latinense, molto vicino, come sembra, al pregiudicato Costantino Di Silvio, detto Cha Cha. 

Tutto è ancora da accertare, sta di fatto che la Dda di Roma (come ricorda il Fatto Quotidiano) ha ipotizzato che il clan di origine nomade Di Silvio, appunto,oltre a fare affari con le estorsioni, l’usura e il traffico di droga, si sia arricchito nel territorio pontino, anche gestendo le campagne elettorali all''interno del centrodestra. 

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