Quanto sei sporca Roma quando è sera

La sceneggiata napoletana che vede coinvolto l’ex primo cittadino della Capitale tiene ancora banco. Lacrime e cori da stadio

La sceneggiata napoletana che vede coinvolto l’ex primo cittadino della Capitale tiene ancora banco. Lacrime e cori da stadio, da una parte, per i tifosi del chirurgo che lascia l’incarico non senza rancori, tappi di spumante che saltano a più non posso e che festeggiano l’evento, dall’altra. Nel mezzo? Roma. La Roma Capitale che, ferita ed offesa, ancora una volta prova rimboccarsi le maniche in attesa della solita, ennesima partita a scacchi che la vedrà Regina,attrice non protagonista e senza nemmeno lo straccio di una nomination. Abbandonata a se stessa e in preda all’ennesima crisi di nervi, la città si ritrova nuovamente sola. Sfregiata nell’anima, derisa e bestemmiata, depressa. Cene e cenette? Mafie e “mafiette”? L’acqua calda l’hanno riscoperta in tanti. Come se si fosse atterrati solo ora sul Pianeta Terra e ci si trovasse di fronte a forme di vita primordiali, vagamente intelligenti. Vogliono forse farci credere che le storielle romane degli ultimi anni siano una scoperta? E poi, siamo sicuri che le medesime vicende siano un brevetto soltanto capitolino? Prime serate e paginoni di carta che strillano ritornelli che suonano nuovi come le peripezie di Salvatore Giuliano. Il Fonzie, prima del Consiglio e dopo il Mike, si era presentato dalla Maria nazionale per battere le presunte opposizioni in campagna elettorale. Siamo a questo. Anzi, a nemmeno questo, perché, allora, non c’era stato nemmeno il cavillo del voto. Ma farneticazioni come queste, con le sceneggiate all’ombra del “cuppolone”, c’entrano poco o nulla. Forse. Ed allora si rifanno sotto tutti. Sono andati a cercare i vecchi sindaci viventi fino alla terza glaciazione. E poi, volti noti e meno noti, attrici e presunte tali. Tutti si rifanno il look e le unghie. Tutti si propongono. Ammiccano. D’altronde, con la Città Eterna in mano a prefetti e malavita, la tentazione del Kolossal in Cinemascope è troppo forte. Dopo il forestiero Vacanze Romane, potrebbe segnare il definitivo rilancio del cinema italiano.

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