Categorie: Opinioni

Renato Centofanti: “Presidente Conte, così non va bene!”

Riceviamo e Pubblichiamo da Renato Centofanti:

Ho ascoltato il discorso del Presidente del Consiglio in televisione, in diretta, al di la dell’elencazione dei punti programmatici o contrattuali, la cosa che più mi ha colpito e stimolato, sono state le citazioni fatte dal Presidente Conte.

Leggo, e studio Dostoevskij da molti anni, ricordo abbastanza bene l’origine dei movimenti Populisti russi dalla metà dell’ottocento in poi, perché da giovane mi è capitato di leggere molti autori premarxisti russi, a cominciare da Cernysevskij, autore del celebre romanzo ‘Che fare’; titolo poi ripreso da Lenin, per un saggio di grande importanza per l’epoca, appunto ‘Che fare’. Nel ripetere lo stesso titolo, da parte di Lenin, era evidente la polemica e la differenza concettuale e di strategia tra il Populismo e il marxismo di Lenin, il bolscevismo. I primi, vedevano nei contadini il potenziale rivoluzionario contro lo zarismo, invece Lenin puntava sugli operai delle grandi fabbriche metropolitane e sugli studenti. Entrambi condividevano la necessità di un’avanguardia che guidasse e fosse l’autocoscienza, del Popolo per gli Uni; e delle Masse per gli Altri.

Dostoevskij da giovane militò in gruppi populisti e terroristi, che spesso erano la stessa cosa,  fu condannato a molti anni di carcere in Siberia, subì anche una fucilazione simulata.  L’esperienza in Siberia segna nel profondo lo scrittore,  e da li comincerà un percorso che lo porterà ad approdare a Cristo, a un Cristo della tradizione ortodossa e slava, spesso in polemica forte con la Chiesa di Roma, accusata di essersi fatta stato temporale.

La ‘Leggenda del grande inquisitore’  è il culmine della polemica con la Chiesa Romana.

La citazione di Conte,  mi è sembrata subito non confacente al linguaggio di Dostoevskij, allora mi sono riletto il ‘Discorso in onore di Puskin’ e le mie impressioni erano fondate; non esiste niente di simile alle parole riportate da Conte, in quel famoso ‘Discorso’. A me, non interessa accusare Conte di aver sbagliato le citazioni,  quello che trovo pericoloso è la distorsione manipolatoria del ‘Discorso’, quella in effetti non è una citazione, perché nessuna traccia  c’è nel ‘Discorso’, ma, è stata fatta passare per il pensiero dello scrittore russo. Cosi facendo, si è manipolato e inventato per supportare un appellativo  ‘ Populismo ‘ ritenuto fondante del movimento 5 Stelle.

Le poche pagine di quel ‘Discorso’ che,  all’epoca creò una forte polemica e dibattito pubblico tra gli intellettuali, ruotano e girano intorno ai personaggi dei romanzi più famosi di Puskin: Eugenio Onegin e gli Zingari, tra gli altri.

Tutto il ‘Discorso’, mette al centro i personaggi dei romanzi e ne definisce la loro intima natura Russa,  ne scolpisce lo spirito e lo unisce all’universalità dell’anima umana; gli autori ai quali viene accostato Puskin sono, Cervantes, Shakespeare, Byron, Schiller.

‘L’anima Russa’ per   Dostoevskij, è lo spirito ‘cristiano ortodosso slavofilo’ -incarnato e connaturato dai contadini e dai servi della gleba-,  che differisce dallo spirito cristiano cattolico, e protestante. Polemizza con i progressisti socialisti e occidentalisti che guardano all’Europa, vista come la culla della Cultura, si interroga cosa sia Cultura e la risposta è: che si, Cultura sono le conoscenze che vengono dall’Europa, le scienze, il socialismo, il benessere economico conquistato; ma c’è una Cultura del Popolo Russo che affonda nel ‘Cristo’, e descrive i Contadini e i servi della gleba, nella loro giornata lavorativa piena di fatiche e sacrifici, che cantano inni religiosi, recitano preghiere magari storpiate, ma piene di amore universale; nella descrizione che ne fa,  sembra di vedere gli schiavi neri che intonano i loro Blues! Grande immagine di una Cultura  che è vita, di quelli che chiamerà nel romanzo iniziale, ‘ Povera gente’ .  Queste poche righe su Dostoevskij, solo per dire che il ‘Populismo’, iniziale, dello scrittore  non si può mettere a disposizione di un programma politico come quello di Conte; niente centra; anche perché mai dice una cosa del genere.

 Per Dostoevskij, tutto è universale, perché Cristo è nel profondo universale, sta con gli zingari e gli umiliati, con i vagabondi che giravano all’epoca nelle campagne dell’impero e anche con i signori che sentivano fratelli. Ovvio, che tale discorso fece imbufalire i progressisti e socialisti, ma come altri autori,  profetici, in quel ‘Discorso’ diceva una cosa che tutti noi, avremmo sperimentato, il venire prima dello Spirito sul Materialismo. Ai rivoluzionari dell’epoca diceva, il vostro sogno di una società perfetta, crollerà  come un castello di sabbia, se alla base non ci saranno valori morali e universali di fratellanza e profonda umanità.  Per Lui questi valori erano nel Cristo; nei suoi Avversari erano nella ‘struttura sociale e politica’ elevata a rango di nuova religione.

Se il Presidente Conte, voleva dare lustro al Suo ‘Populismo’ appoggiandosi a Dostoevskij, ha fatto un errore e una manipolazione;  l’errore è umano e poco colpevole, la manipolazione concettuale e filosofica, è grave!

Il governo di cui Conte è Presidente, contro gli zingari vorrebbe andare con la ruspa, mentre Dostoevskij li eleva a figure universali di umanità! I vagabondi nella Russia dell’epoca, erano visti come figli di Dio privilegiati, qui da noi nella terza repubblica, mi sembra che diano fastidio alla vista di tranquilli cittadini.

Le altre citazioni, due sono elementari e banali ( secondo me) e le lascio cadere.  Una è importante, quella di Hillman che dice: “La finanza è diventata la religione universale del nostro tempo”. Vero! Ma se è cosi, bisogna capire come funziona la finanza, le leggi che la regolano bisogna apprendere bene, e poi, intervenire su quelle leggi e modificarne le modalità. La finanza, è parte del capitalismo del tempo attuale, se non si mette in questione il capitalismo come si  pensa di mettere la museruola alla finanza? Questa è una contraddizione che i vari Fusaro, Freccero e altri (marxisti) che vediamo in tv a dire la loro sul ‘pensiero dominante’,  non colgono e colpevolmente non dicono, perché non hanno idea di come si può mettere in questione il capitalismo;  Ne mettono in questione solo la parte finanziaria, che è come fargli il solletico. Se  poi, si vede in  Putin e Trump una bandiera, come si pensa di mettere in discussione queste cose? Simbolo, entrambi di una regressione culturale, e paladini di un capitalismo Nazionale – che piace a tanti sciocchi-  e di Potenza, questo perseguono, i due eroi dei nostri ‘Sovranisti’.

IL ‘Sovranismo’, è la traduzione politicamente corretta del ‘Nazionalismo’, ed è un ferrovecchio che tanti danni ha prodotto nella storia, è bene tenerlo presente.

Serve un pensiero, da formare, adeguato per questi tempi, non un sapere – perché il sapere si riferisce al passato, il pensiero serve per accompagnarci verso il futuro.

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