Renato Centofanti: “Qual è il collante tra 5 Stelle e Lega?”

“Possiamo cominciare a dire che l’elemento nascosto, ma nemmeno tanto, che  ha permesso l’incontro  tra Lega e  5S è la Paura, l’insicurezza, l’eccessiva individualizzazione della società”

Riceviamo e Pubblichiamo:

Perché il M5S ha potuto allearsi con la Lega di Salvini? La domanda è legittima in quanto la maggior parte dei commentatori della politica, riteneva la cosa quasi impossibile. Freccero, ha accostato i 5 Stelle al vecchio PCI, quindi l’accordo con la Lega, che è la destra emergente nelle ultime elezioni, sarebbe stato un azzardo solo supporlo dopo le elezioni del 4 marzo.

La domanda quindi è fondata e ad essa va cercata una risposta ragionata e radicale.

Per provarci, dobbiamo partire dal concetto che entrambi i movimenti fanno proprio e cioè, il Populismo, a questo dobbiamo riferirci per capire. Ora, detto in poche parole, il Populismo nelle sue varie definizioni, sempre fa leva sul Popolo come portatore di valori positivi.

Valore, inteso come qualificazioni positive e chiare di un volere, di un modo di essere, di un sentire comune. Queste qualità positive del popolo, spesso si declinano in due modi diversi ma non opposti:

1) idem sentire sulla base del trinomio Dio-Patria-Famiglia, il classico e mai sopito richiamo della destra, tradotto in modi attuali e anche originali, ma tale è.

2) è la visione del popolo come motore di richieste sociali necessarie e urgenti, perché spoliato da classi dirigenziali egoistiche e incapaci, il tutto vedendo il popolo come soggetto salvifico di una realtà sociale, corrotta e disprezzabile.

Questi due aspetti, hanno una radice comune che li incentra sul popolo, il diritto sociale e cioè la sostanza dell’intervento politico per prendersi cura delle insicurezze materiali, paura della povertà, di perdere quel poco che si ha, e la paura di perdere quella che è l’identità; quindi, sono modalità politiche giocate sulla difesa e la chiusura, perciò molto forti e difficili da razionalizzare. Possiamo cominciare a dire che l’elemento nascosto, ma nemmeno tanto, che  ha permesso l’incontro  tra Lega e  5S è la Paura, l’insicurezza, l’eccessiva individualizzazione della società. Tutti fenomeni reali, ma ingigantiti dalla percezione individuale e collettiva, e qui nasce il populismo, nel gonfiare a dismisura aspetti della realtà per un bisogno psicosociale.

Questa paura, di chi si fa beffe e dove può portare? I teorici del nuovo populismo dicono che viviamo un tempo dove lo scontro non è tra destra e sinistra, ma tra èlite e popolo; ammettiamo che sia cosi e procediamo. Questo conflitto come si esprime e dove porta? Come il popolo ne è parte attiva? Come questa ribellione viene incanalata dai partiti che esprimono le priorità sulla paura e chiusura.

‘Diritti sociali e diritti di sangue’. Per prima cosa avviene uno scivolamento espressivo e linguistico basato sull’invettiva e la delegittimazione, e su questo si crea la miscela della demonizzazione di chiunque pensi e osi dire cose diverse. Quindi come effetto iniziale il populismo produce intolleranza  (twittando una frase del Vangelo sull’accoglienza, il Cardinal Ravasi è stato ‘purgato’ con un numero enorme di tweet di risposta). La ragione di questa non sopportazione di nessuna voce fuori dal coro, dipende dal pensiero elementare che ‘solo il popolo è portatore di positività’ e chi dice diversamente è un avversario o nemico. Semplice, sempre cosi ha funzionato e funziona il meccanismo dell’intolleranza. Se ci pensate bene, questa visione politica non si può tacciare di essere antidemocratica, perché la democrazia è la ‘forza dei più’, quindi può benissimo dichiararsi democratica se ha la maggioranza dei consensi; non è un caso che Putin sia un loro punto di riferimento.

Il pericolo dei populismi per le democrazie occidentali si pone su questi temi. Se è maggioranza, ritiene di poter  fare  a meno delle regole necessarie a difendere le minoranze dalle prepotenze della maggioranza. Il conflitto con il capo dello Stato sulle nomine dei ministri è stato un effetto di questa visione: ‘ ho la maggioranza del popolo e tu non puoi ostacolare il mio procedere, anche se la formalità costituzionale lo prevede’, la forza della sostanza sulla forma. L’avversario principale del neopopulismo è il Liberalismo. I teorici del neopopulismo hanno scritto libri molto approfonditi su queste cose, e lo dichiarano espressamente, infatti l’Italia è vista come un laboratorio politico da questi intellettuali che anelano a una ridefinizione europea in chiave sovranista. La saldatura ideologica fondamentale avviene sul ‘diritto sociale e diritto del sangue’, riemerge in forma nuova una vecchia conoscenza della storia, il nazionalismo che diviene sovranismo, e siccome niente è mai uguale al precedente, ci sono traduzioni e implementazioni teoriche adeguate all’oggi.

Vediamone alcune:

1) I popoli avendo storie, retaggi simbolici, religioni differenti, non possono ne devono adattarsi a nessun criterio comune, queste differenze vanno difese. Assomiglia alla biodiversità delle piante.

2) Dal primo deriva che, è bene difendere fortemente le frontiere per non permettere la contaminazione etnica (parola antica tornata di moda), da ciò l’eccesso e smodato atteggiamento, quasi disumano, nelle  vicende sull’immigrazione e sui porti chiusi, il linguaggio usato ne è la riprova.

3) un ritorno a uno Stato forte, visto come forza capace di risolvere gli squilibri economici attuali, una nuova centralità dello stato sovrano.

4) disposizione intellettuale non-riflessiva e antiscientifica, con una visione complottistica degli eventi storici e sociali, la questione dei vaccini mostra questo, un’ideologia reazionaria calata sul popolo.

Sono anni che queste teorie e idee si stanno esercitando e affinando, sono state minoritarie per molto tempo, ma la superficialità delle classi dirigenti e degli intellettuali è stata colpevole e miope, non producendo anticorpi sociali, culturali e di idee; adesso il problema è esploso, ed è una questione che può travolgere le democrazie liberali come le abbiamo conosciute e vissute.

Si dice che viviamo in un tempo post-moderno, dove la post-verità sembra sostituire la verità attraverso i social, non è che forse si sta avvicinando il tempo della post-democrazia?

La questione è aperta è riguarda tutti; ci sono momenti nella storia come nella vita, dove la razionalità e l’utile offuscano il cuore, in quel caso, bisogna dissentire dagli obiettivi utili e razionali. Esempio di quello che ho affermato, è la risposta data dall’Ammiraglio Pettorino, capo della guardia costiera, al Ministro dell’Interno che invitava la guardia costiera italiana a non rispondere agli SOS in mare (per evitare di raccogliere naufraghi africani-migranti, obiettivo razionale e utile, secondo una certa logica), dopo alcune ore,  l’alto graduato ha risposto che:  la guardia costiera risponderà sempre alla richiesta di aiuto in mare, sia per un dovere giuridico ma soprattutto per un dovere morale umano. Anche questo significa la frase che ho formulato sopra.

Facciamoci una domanda semplice, se “ il 118 non rispondesse per scelta, a un determinato tipo di richieste di soccorso, come lo definireste tale comportamento ? “ datevi una risposta e poi pensate  alle analogie con l’invito alla guardia costiera da parte, non so se, del capo della Lega o del Ministro dell’interno.

Renato Centofanti

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