Rienzi (Codacons): se M5S lascia il Contributo Unificato, io lascio loro

Il MoVimento aveva sbandierato di voler eliminare la tassa per Onlus e Associazioni. Ma a quanto pare ci ha ripensato

Occhio: non è solo un tecnicismo da addetti ai lavori. Al di là della diatriba specifica, che si spera essere frutto di un equivoco, la questione ha un rilievo di portata generale. Di utilità generale. Perché a seconda dei casi può spianare la strada, o viceversa complicarla già a partire dal passo iniziale, a chi voglia intentare un’azione legale a tutela di interessi collettivi. Come accade di frequente, proprio per la natura della loro attività, alle associazioni di consumatori.

Il punto è questo: oggi come oggi l’avvio di una causa impone di pagare una tassa che si chiama ‘contributo unificato’ e il cui ammontare dipende dal valore della controversia, calcolandolo non in percentuale ma sulla base di scaglioni successivi. Ad esempio, per importi compresi tra 52mila e fino a 260mila il balzello è pari a 759 euro; se si sale fino a 520mila diventa 1.214 e infine, quando si superi quota 520mila, arriva a 1.686. Questo, beninteso, per il primo grado di giudizio. Sempre con riferimento al segmento più elevato, i costi sono di 2.529 per le impugnazioni e di 3.372 per i ricorsi in Cassazione.

Come si comprende facilmente, si tratta di un gravame che va a ostacolare le iniziative di quei soggetti che non adiscono le vie legali per motivi di lucro personale, ma nell’intento di ottenere giustizia per soggetti terzi. Nel presupposto che essi siano stati danneggiati dalla condotta di qualcun altro – vedi certe grandi imprese che non vanno per il sottile, multinazionali in primis – ma che da soli non abbiano né le competenze, né le risorse economiche, per tutelarsi da sé.

Rienzi vs M5S: “Pronto a lasciare il MoVimento”

Chiarito tutto questo, eccoci alla notizia di giornata. Dopo aver proclamato a gran voce di voler eliminare il Contributo unificato per le Onlus e le associazioni dei consumatori, dal M5S è arrivato un inaspettato dietrofront. Che Carlo Rienzi, presidente del Codacons e iscritto da tempo al MoVimento, stigmatizza così: “Il M5S ha tradito tutte le aspettative e le speranze dei cittadini, e ha dato ieri il colpo di grazia alle associazioni che lottano per la difesa dei più deboli. Nel corso del Consiglio dei Ministri, infatti, il Movimento ha espresso contrarietà all'emendamento che esonera le Onlus dal pagamento del contributo unificato quando avviano azioni legali a favore della collettività, e così facendo priva milioni di italiani della possibilità di difendere i propri diritti di fronte alla giustizia”.

Ma è il prosieguo della requisitoria, a lasciare perplessi. Non sulle ragioni di Rienzi, che appaiono limpide, ma sui motivi del voltafaccia.

“Un tradimento dei cittadini ancor più grave se si considera che proprio le alte cariche del Movimento e gli uffici tecnici del Mef avevano dato nelle scorse settimane parere favorevole all'emendamento sul contributo unificato, riconoscendo come il balzello danneggiasse realtà impegnate nel sociale come Codacons o Legambiente”.

Ed eccoci alle conclusioni di Rienzi: “A questo punto, se non passerà l'emendamento, dovrò necessariamente uscire dal Movimento, ma spero ancora in un ravvedimento dei 5 Stelle, visto che proprio i grillini avevano presentato lo stesso emendamento nella passata legislatura e considerato che esiste la copertura finanziaria del provvedimento, grazie alle multe dell'Antitrust. Sarebbe davvero grave se questo Governo decidesse di aiutare gli evasori con la pace fiscale abbandonando i cittadini meno abbienti, considerato che 1,5 milioni di italiani hanno rinunciato negli ultimi 3 anni a far valere i propri diritti in tribunale a causa degli elevati costi della giustizia”.

Lo abbiamo detto all’inizio e lo ripetiamo alla fine: resta solo da sperare che si tratti di un equivoco.

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