Rieti e il reatino soffre dei lunghi strascichi della crisi economica la mancanza di una ripresa dopo la pandemia. Sul fronte occupazione la situazione è molto grave, infatti negli ultimi due anni sono andati persi 2 mila posti di lavoro. Si è passato da 58 mila occupati a 56 mila, con una percentuale del -11%. La zona industriale appare al visitatore spettrale.
Ricordi di grandi e forti fabbriche come la Telettra, l’Alcatel, fiore all’occhiello della Fiat, all’avanguardia nella fibra ottica fino al 1992, impiegava 1.200 persone. Attualmente si parla di circa 100 lavoratori.
Come per la IMR Industries destinata a produrre accessori di plastica per auto di lusso. Su 150 da piano occupazionale annunciato, sono solo 15 al momento le persone che sono state chiamate. Sindacati e imprenditori, Unindustria, chiedono l’intervento di Governo e della Regione, spiegando come il miglioramento e l’efficienza delle infrastrutture siano fondamentali per il rilancio della zona.
Anche nel terziario si boccheggia per i bassi salari e il negato rinnovo contrattuale in alcuni comparti, primo tra tutti quello della sicurezza, scaduto da 7 anni. Infine il primato della povertà salariale spetta sempre alla zona del reatino, circa 16 mila euro annui nel privato a fronte di 24 mila nella regione.
“L’edilizia, ha risentito dell’aumento delle materie prime e della correlata difficoltà di accesso al credito” ha il Segretario Uil Rieti e Sabina, Alberto Paolucci.
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