Rifiuti. Ama sostituisce i cassonetti sulle strade di Roma, cosa cambia con i nuovi?

Meta finale: sostituire in tutta la città 41 mila cassonetti entro il 2023

Contenitori di rifiuti in Rione Monti, Roma

Contenitori di rifiuti strapieni, a pochi metri dal Colosseo (Roma)

L’Ama, l’azienda capitolina che raccoglie i rifiuti per le strade di Roma, vuole sostituire tutti i cassonetti in plastica da 1.200 litri con cassonetti in lamiera zincata da 2.400 litri. Un aumento di volume e capacità di contenimento. Meta finale: sostituire in tutta la città 41 mila cassonetti entro il 2023. Una lunga e progressiva operazione di sostituzione, meglio “di modernizzazione” come fanno sapere dalla municipalizzata. 

Stando al piano – dallo scorso ottobre 2021 al marzo 2022 – la sostituzione finora ha riguardato 4.000 cassonetti e, in particolare, 1.400 per il II e XI Municipio, 2.500 per il XII, XIII e XIV, 500 infine per il X. Il piano di sostituzione e rinnovamento del parco cassonetti stradali prevede, secondo l’azienda, il posizionamento di 28.050 nuovi contenitori su tutto il territorio cittadino.

Si tratta di 14.450 contenitori per la raccolta dei rifiuti indifferenziati, 6.800 per la raccolta del multimateriale, 6.800 per la raccolta della carta, ad un ritmo di circa 1800 unità al mese. Attualmente, però, circa il 50% dei cassonetti sostituiti è oggetto di interventi di manutenzione straordinaria e per ripristinarne la funzionalità ma Ama conta di riuscire a riposizionarne in seguito altri 14.000. La maggior parte dei cassonetti, infatti, risale ad almeno 15 anni fa.

Apertura con tessere personali

Nel frattempo, però, è anche stato avviato un bando per introdurre i cassonetti muniti di apertura codificata, con apposita tessera, in modo da controllare l’identità dell’utente, e una volta terminata la gara e assegnato l’incarico a chi risulterà vincitore, la sperimentazione dovrebbe riguardare per primo il quartiere Africano.

Cambia la colorazione dei materiali

Tra le novità delle nuove tipologie di cassonetti, c’è anche la colorazione, che cambia secondo le nuove disposizioni previste dalla normativa europea, così suddivise: imballaggi in plastica: nel contenitore giallo, non più blu; carta: nel contenitore blu, non più bianco. Restano le stesse colorazioni per scarti alimentari e organici (contenitore marrone), vetro (contenitore verde(; rifiuto indifferenziato (contenitore grigio). 

Infine, l’Ama raccomanda l’uso dei sacchi da utilizzare: sacchi compostabili per scarti alimentari e organici; buste non coprenti per i contenitori in plastica e metallo; buste non coprenti per i rifiuti non riciclabili; buste in carta o senza busta (mai in buste di plastica) per carta e cartoncino; nessuna busta invece per i contenitori in vetro.

L’operazione “rivoluzione cassonetti” è stata annunciata con grande dispiegamento pubblicitario, manifesti e volantini distribuiti e affissi i tutti i palazzi coinvolti dall’innovazione e negli esercizi commerciali dei quartieri interessati al cambiamento.

Tuttavia, la “rivoluzione” non si ferma qui. Dallo scorso 27 marzo in alcuni quartiere (rione Monti, ad esempio) i cassonetti sono spariti del tutto, così da favorire, incentivare e aumentare tendenzialmente la raccolta “porta a porta”.

Da Ama si fa sapere che si tratta dei “cassonetti più moderni in vendita e disponibili sul mercato” e che “tutte le tipologie di contenitori sono realizzate per soddisfare le norme di sicurezza previste dalla normativa”, ovvero secondo la certificazione UNI EN12574-3.

Prime critiche ai cassonetti: manca il pedale

Tutti contenti? Non proprio. In città si raccolgono note e osservazioni discordanti basate su una osservazione di fondo che qui riassumiamo: “Sì, belli i nuovi cassonetti, ma drammaticamente inutili”.

Le critiche principali si appuntano sul fatto che i nuovi cassonetti avrebbero un grosso difetto: non hanno il pedale, ovvero la sbarra di acciaio in basso che tutti noi usiamo per buttare i rifiuti senza toccare il cassonetto mentre invece adesso per poterlo fare si deve aprirlo il cassonetto in alto, toccandolo. Ciò che ha delle controindicazioni con l’igiene ma anche con la sicurezza, visto che con le temperature che ci sono in città di questi tempi i manici finiscono con l’essere incandescenti.

Secondo l’opinione critica corrente, perciò, il risultato e che le persone continuano a buttare i sacchetti per terra anche se il cassonetto è vuoto o parzialmente tale. E per questo motivo le strade sarebbero ancora zeppe di buste maleodoranti sui marciapiedi. Ma la mancanza del pedale, in verità, sarebbe un espediente o un deterrente per evitare che ci sia chi nei cassonetti ci va a rovistare.

L’azienda direttamente non risponde e non vuole entrare in polemica diretta con i critici circa l’assenza del “pedale” o la leva e ribadisce la “modernità” dei nuovi cassonetti.  (Agi)