Politica

Rifiuti, Lazio Ambiente: altri licenziamenti nell’azienda regionale

Dopo due mesi di comportamenti contraddittori da parte della Amministrazione Zingaretti i lavoratori della Lazio Ambiente sono stati costretti a incrociare le braccia nella giornata del 10/01/2017 per difendere il proprio futuro. Uno sciopero che era stato sospeso a fronte dell’impegno della Regione Lazio ad iniziare un percorso di confronto con le OO.SS. per trovare gli strumenti per garantire la tenuta occupazionale a fronte dell’annunciata uscita della Regione Lazio dalla proprietà della società con la cessione a privati dell’intero pacchetto societario in maniera graduale.

Durante l’ultimo incontro l’Assessorato aveva dato indicazioni sul percorso di dismissione della Lazio Ambiente, aveva disegnato un quadro di soluzione per il settore che, nelle intenzioni della Regione, avrebbe dato una prospettiva più serena ai lavoratori dell’azienda regionale, e, più in generale, del settore nel Lazio, ipotizzando una serie di nuove convocazioni a partire dal 16 dicembre che non sono mai stati convocati. Sono stati comminati invece i provvedimenti di licenziamento a due lavoratori a fronte di un cambio appalto voluto dal Comune di Subiaco che ha garantito 14 lavoratori a fronte dei 21 che la Lazio Ambiente ha dichiarato essere facenti capo all’appalto di quel comune.

È stata anche avviata la procedura per il ricorso allo strumento dei Fondi di Solidarietà (la cassa integrazione povera) per i lavoratori dei termovalorizzatori, mentre continuano i rumori di fuga dei comuni dalla Lazio Ambiente primo fra tutti Artena che ha appena avviato le procedure per l’affidamento a gara del servizio del proprio comune. Quindi ancora esuberi e la minaccia che, nell’indifferenza della Giunta Regionale, si continuino a sommare lavoratori su lavoratori minacciati di perdere il lavoro quando, entro dicembre prossimo, saranno scadute tutti gli appalti sui quali sono impegnati. Tutto in attesa della vendita al miglior offerente della società pubblica, con fantasie sempre più insistenti sui possibili o sul possibile acquirente finale, con garanzie vaghe e strumenti nulli sul piano industriale e sulla continuità occupazionale, laddove la Regione Lazio è il primo soggetto a disporne.

Riteniamo ormai indifferibile una nuova convocazione da parte della Regione Lazio per dare risposte sul quadro inquietante prodottosi nell’ultimo mese e ripristinare la propria credibilità facendo fronte agli impegni presi, a partire da quelli occupazionali revocando i licenziamenti intimati. I dipendenti della Lazio Ambiente, la RSU e le organizzazioni sindacali hanno nel frattempo riavviato le procedure di raffreddamento previste dalla legge necessarie per arrivare ad una nuova serie di iniziative di lotta a sostegno della vertenza, che svolta oggi in modo pacifico, di fronte all’avvicinarsi dello spettro della disoccupazione può trasformarsi in un serio problema di ordine pubblico.

Auspichiamo che gli organi di controllo agiscano in fretta e con puntualità, generando un quadro di trasparenza sufficiente a trovare una soluzione, che guardi al settore e ai lavoratori della Lazio Ambiente quale risorsa per la comunità e non come un problema di cui liberarsi, magari aprendo al mercato privato generando un secondo caso “acqua pubblica”, e senza porsi il problema della compatibilità ambientale delle scelte fatte, che in mano esclusivamente privata sarebbe probabilmente ancora più difficile da tutelare. I lavoratori, la RSU e le organizzazioni sindacali invitano i Sindaci dei comuni del territorio, le forze politiche, i rappresentanti locali delle istituzioni a farsi carico della necessità di dare alle famiglie dei lavoratori risposte concrete e affidabili che fino ad oggi la Giunta Zingaretti non ha mostrato la capacità di mettere in campo se non per disfarsi di una società strategica e dei suoi lavoratori.

Redazione

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