Rimpiattino, al bando doggy bag e lo spreco alimentare

di Massimo Persotti

In tempi in cui gli anglicismi spesso prevalgono non solo sui social media, tra i giovani, nel linguaggio tecnologico o economico, ma anche e soprattutto su temi e provedimenti di legge che interessano direttamente il cittadino, come dimostra la vicenda "revenge porn", colpisce, in senso positivo, l'iniziativa della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) e del Consorzio nazionale recupero e riciclo di carte e cartone (Comieco) che annunciano l'arrivo, anche a Roma, del rimpiattino. Di cosa si tratta? Di quello che comunemente, e con una espressione inglese perché parte di una tradizione tipicamente anglosassone, abbiamo sempre chiamato come "doggy bag".

D'ora in poi, nei dodici ristoranti romani che hanno già aderito all'iniziativa, tra cui il Duke's che ha inventato il nuovo nome adottato poi da Fipe e Comieco, si dirà "Potrei avere un rimpiattino?". E subito ci sarà dato un contenitore in carta e cartone, appositamente illustrato, con gli avanzi del pranzo o della cena. I ristoranti che hanno aderito in tutta Italia sono ormai tantissimi ed è un elenco in continuo aumento .

Rimpiattino non è un vero e proprio neologismo ma un termine che "dà l’idea di un gioco e della possibilità di 'rimpiattare' quanto si è gustato", spiega il Commissario della Fipe Confcommercio, Giancarlo Deidda, riportando a quella cultura, questa sì, tutta italiana, del saper rielaborare – quindi, rimpiattare – gli avanzi del giorno precedente.

Rimpiattino, dunque, e non lo scomodo doggy bag dietro cui finora ci siamo trincerati facendo passare un pensiero per il proprio cane, anche quando non lo si aveva, per la voglia di riassaporare a casa, qualche ora più tardi o il giorno dopo, i piaceri della tavola. E rimpiattino creerà, chissà!, anche un po' meno imbarazzo tra tutti noi nel rivolgerci al cameriere, quell'imbarazzo che è sempre stata invece la ragione principale a inibire i clienti ad assumere comportamenti virtuosi come appunto quello di combattere lo spreco alimentare.

Lascia un commento