Risate, Risate, Risate con Nadia Rinaldi e Pietro Romano

Chi ha voglia di farsi due risate il posto giusto è il Teatro Tirso de Molina con “Il Malato Immaginario” FOTO

Ha debuttato mercoledi 5 novembre al Teatro Tirso de Molina lo spettacolo "Il malato immaginario", una rivisitazione in chiave romanesca dell'opera di Moliére compiuta dall'attore comico Pietro Romano, che oltre a rivestire i panni del protagonista Argante, ne ha scritto il testo e curata la regia.

La famosa opera di Molière si presta nuovamente alla romanità come già avvenuto con successo in passato, divenendo una commedia che, attraverso le doti indiscusse di Pietro Romano come attore e regista, sa esprimere quell'ironia romanesca capace di rendere la battuta pungente e riflessiva allo stesso tempo.

Pietro Romano non è nuovo nell'esperimento di adattare grandi classici del teatro alla tradizione della commedia romanesca, ed è già reduce da precedenti successi con "L'Avaro" di Moliére e con "Rugantino Servo de du' padroni" tratto da " Arlecchino servitore di due padroni" di Goldoni.

Dall'inizio alla fine dello spettacolo Pietro Romano non manca di dare spazio all''improvvisazione, che regala momenti di puro divertimento e tiene alto l'interesse del pubblico, spesso coinvolto e invitato a interagire dall'attore, non rendendo mai scontate le battute e i dialoghi anche in un'opera così nota e rappresentata.

Memorabile è la scena della presentazione del figlio del Dott. Purgone, Tommaso, trasformato in una specie di cavallo ruspante, interpretato da Lucchesi Helis, alla  figlia di Argante Angelica, interpretata da Serena De Siena, promessa sposa dal padre contro la sua volontà e quella tra Argante,  il fratello Berardo, interpretato da Stefano Antonucci, e il Dott. Purgone, interpretato da Pierre Bresolin,  nel secondo atto, dove Argante e Berardo, che mostrano sul palco una grande affinità e sintonia realizzata dagli attori, si cimentano  tra l'altro in un applaudito e ben riuscito duetto lirico.

Altrettanto riuscita la scena della visita medica di Argante da parte del giovane amato da Angelica, Cleante, travestito da sedicente medico, interpretato da Edoardo Camponeschi, che parla come Ollio della mitica coppia  "Stanlio e Ollio".

Il malato Immaginario, l'Argante, di Pietro Romano, è un signore della Roma del 1830, chiuso nel suo narcisistico mondo fatto di paure e ossessioni, che si ammala, o crede di esserlo, per non voler vedere la verità delle persone che lo circondano e affrontarne il confronto, e nello stesso tempo è un uomo dotato di sottile autoironia.

E sarà proprio la sua ironia a salvarlo, facendogli accettare la proposta della sua fedele serva Tonina, interpretata con veracità e passione, da Nadia Rinaldi, di fingersi morto davanti ai suoi familiari per conoscerne finalmente i veri sentimenti.

La messa in scena della sua finta morte, lo farà uscire definitivamente fuori dalle sue fobie permettendogli di entrare per la prima volta in contatto con i veri e autentici sentimenti delle persone a lui vicine della Figlia Angelica,  della moglie di seconde nozze Belina, interpretata da Emy Bergamo, del fratello Berardo e della serva Tonina, ridandogli di nuovo la capacità e la fiducia di affrontare la vita.

Alla fine Argante sa regalare anche un momento di autentica poesia attraverso una canzone che conclude lo spettacolo dove riscopre la bellezza di Roma e la voglia di tornare a vivere.

Non mancano i ringraziamenti finali con cui tra l'altro, Pietro Romano invita il pubblico con una lettera sentita, ad andare a vedere la commedia musicale, che esordirà l'11 giugno 2015 al Teatro Brancaccio, dal titolo "Il Conte Tacchia", partecipando così a un grande progetto che vede finalmente dopo tanto tempo la sua riuscita, o meglio come lui stesso dice, a "un  grande sogno" che si sta finalmente per realizzare. 

Lascia un commento