Roma, 33 arresti per traffico di droga: si rifornivano dal Sud America

Maxi operazione dei Carabinieri in tutta Italia: i soggetti sono accusati di detenzione abusiva di armi e metodo mafioso

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Carabinieri durante le operazioni di arresto

Maxi operazione dei Carabinieri con decine di arresti per droga. Dalle prime luci dell’alba di oggi, 16 febbraio, nelle province di Roma, Reggio Calabria, Venezia e Grosseto, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, hanno eseguito l’arresto di 33 persone.

33 arresti per droga: dalla detenzione abusiva armi all’estorsione

I fermati sono indagati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, cessione e detenzione ai fini di spaccio, estorsione aggravata dal metodo mafioso. Ma anche intestazione fittizia di beni, detenzione e porto abusivo di armi.

Gli agenti sono coadiuvati dai comandi dell’Arma territorialmente competenti. Mentre l’ordinanza di custodia cautelare è emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia.

Il provvedimento cautelare si basa sulle risultanze acquisite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Via in Selci nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “Enclave”.

Sodalizio contiguo alla ‘ndrangheta

Questa indagine ha consentito di individuare e disarticolare un sodalizio contiguo alla ‘ndrangheta, costituito da soggetti calabresi e romani. Il sodalizio era dedito al traffico di sostanze stupefacenti.

I Carabinieri hanno scoperto i canali di approvvigionamento, in gran parte dal Sud America. In seguito hanno ricostruito il sistema di gestione delle “piazze di spaccio” e le modalità di cessione.

Al vertice di tale sodalizio, è stato individuato un noto personaggio, organico alla ‘ndrina di Reggio Calabria. Il soggetto dirigeva le sue attività illecite avvalendosi anche di propri familiari.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali, i Carabinieri stanno anche sequestrando preventivamente un’attività commerciale nella Capitale che risultava fittiziamente intestata a parenti del capo dell’organizzazione.

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