Roma. Aggressioni autisti bus, un’escalation da brividi: “Non vogliamo più guidare”

Sassi scagliati contro i finestrini e autobus in fiamme: il pericolo per gli autisti dei mezzi pubblici è sempre dietro l’angolo

Aggressioni Atac

Aggressioni Atac

Il bilancio è preoccupante: presi di mira a Roma, nell’arco di due giorni, tre mezzi Atac. Gli atti vandalici, che si sono succeduti nelle scorse ore da inizio settimana, si sono verificati nei pressi di via Candoni, dove i sassi scagliati e i finestrini in frantumi hanno turbato non solo gli autisti Atac, i quali vivono ogni giorno lo stesso incubo, esposti al pericolo, che evidentemente non è poi così lontano, di un aggressione durante le ore di lavoro. Ma anche i passeggeri che, venuti a conoscenza dei fatti, nel momento in cui mettono piede sugli autobus, inevitabilmente entrano in uno stato di preoccupazione.

I fatti: sassi scagliati contro gli autobus

Secondo le informazioni apprese i fatti risalgono al pomeriggio di mercoledì 18 agosto a Roma. A rimanere danneggiata una vettura della linea 128, che collega viale Ferdinando Baldelli, nel quartiere Ostiense, con viale Gaetano Arturo Crocco, in zona Magliana Vecchia. Si tratta dell’ennesimo episodio a danno del servizio di trasporto pubblico: un lancio di sassi ha mandato in frantumi il vetro di un finestrino. Al momento dell’accaduto fortunatamente non erano presenti passeggeri a bordo. L’autista, che invece si trovava sul mezzo di trasporto, non è rimasto ferito e adesso sta bene. Un episodio simile si è verificato il giorno prima, martedì 17 agosto, quando due autobus operativi sulla linea 981 sono stati costretti a interrompere il servizio per il lancio di alcuni sassi contro i mezzi.

La denuncia di Atac

A denunciare l’accaduto Atac, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico capitolino. Sulla vicenda sono intervenuti gli agenti della polizia locale e della Polizia di Stato. Per la tutela e la sicurezza del personale di guida e degli utenti, martedì hanno sospeso il transito delle vetture su via Candoni. “Atac ha posto da molto tempo all’attenzione delle Autorità preposte la problematica legata agli atti vandalici e ai danneggiamenti del patrimonio aziendale. E ha richiesto nuovamente interventi mirati”, si legge in una nota. “L’Azienda ha altresì implementato sistemi di sicurezza tecnologici e adottato nuove misure organizzative della vigilanza aziendale contro eventuali intrusioni nel deposito”.

L’incendio nel deposito Atac

Ma i pericoli per i conducenti dei mezzi pubblici, oltre a essere disparati, sono sempre dietro l’angolo. Infatti nella notte di oggi, sabato 20 agosto, un incendio è divampato in un deposito Atac in via della stazione di Grottarossa, nel quadrante nord di Roma. Tre gli autobus devastati dalle fiamme. Le fiamme si sono sprigionate intorno alle 4:30, subito è scoppiato l’allarme e sul posto si sono precipitati i vigili del fuoco e i carabinieri della stazione Tomba di Nerone. A far partire le fiamme potrebbe essere stato un cortocircuito su un autobus parcheggiato nel piazzale e da lì l’incendio si sarebbe esteso, coinvolgendo altri due mezzi Atac che si trovavano posteggiati accanto. È il quadro che emerge da una prima ricostruzione dell’accaduto, ma la certezza sulle cause dell’incendio si avrà soltanto alla conclusione delle indagini.

Aggressioni in tutta Italia

Ma in tutto lo Stivale, in cui i conducenti dei mezzi pubblici sono vittime di violenze e soprusi quotidiani, le aggressioni e gli atti vandalici sono all’ordine del giorno. Due settimane fa, a Meano, frazione del comune di Trento, un gruppo di vandali si è divertito a spaccare il vetri della pensilina della fermata dell’autobus. Alcuni testimoni hanno riconosciuto come responsabili del “fattaccio” alcuni ragazzi che frequentano le superiori. A Palermo dal primo agosto sui mezzi pubblici entreranno in servizio venti guardie giurate per contrastare i sempre più frequenti atti di vandalismo e aggressioni. Mentre gli autisti dei mezzi pubblici di Torino lavorano con l’incubo delle aggressioni: una media di dieci segnalazioni a settimana. E “se i balordi scoprono che l’autista ha chiamato i carabinieri perché una sera si mettono a fumare sugli autobus o spaccano qualcosa – racconta Dario Alotto, Uil Trasporti – la sera dopo il collega se li ritrova alla fermata. Pronti a fargliela pagare”.

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