Roma, bimbo disabile cacciato dal catechismo: “La chiesa non è un parcheggio”

Il piccolo è affetto da distrofia muscolare e si trova su una carrozzella, la mamma: “Il sacerdote ci ha buttati fuori”

La testimonianza della mamma di Luca, 9 anni, costretto su una carrozzella perché affetto da distrofia muscolare suscita indignazione e sgomento. La donna racconta infatti di essersi recata con il marito e il figlio in una parrocchia in zona Aurelia, per iscrivere il figlio al catechismo. Nessun problema finché il parroco non si è accorto che il bambino è portatore di disabilità. 

A quel punto il parroco ha avanzato una serie di pretesti o pseudo spiegazioni per escludere la famiglia dal catechismo: prima ha risposto infatti che le aule sono troppo piccole e che quela di una disabilità è una responsabilità che la parrocchia non può assuersi e poi, ha aggiunto "La chiesa non è un centro di riabilitazione, né un parcheggio per bambini con disabilità per le mamme che cercano un'ora di svago o che pensano solo ad organizzare la festa della fine del corso". Queste le parole che Maria Pia, la mamma del bambino, si è sentita dire, e che ha raccontato a Repubblica. Fino ad oggi nessuna mediazione è stat possibile con questa chiesa, ma ora sembrano aprirsi delle possibilità, infatti il responsabile della chiesa ha affermato che si sta lavorando per cercare una soluzione. La mamma aggiunge che la carrozzina di Luca è elettrica e ciò lo rende capace di spostarsi autonomamente, come fa a scuola e in altri luoghi dove è inserito senza problemi. 

"Mio figlio è stato offeso nella sua dignità, per la prima volta in dieci anni ci siamo sentiti diversi". E questo è accaduto proprio nel luogo che dovrebe abbracciare ogni persona, ogni famiglia e ogni condizione di sofferenza. 

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