Roma Capitale, dopo Ignazio Marino, il prefetto Riccardo Carpino

Questa settimana sarà quella decisiva per la scelta del nome del commissario prefettizio che dovrà poi formalizzare Franco Gabrielli

Questa sarà quella decisiva per la scelta del nome del commissario prefettizio che Franco Gabrielli formalizzerà alla scadenza dei 20 giorni dalla presentazione delle dimissioni di Ignazio Marino. Al momento il favorito per traghettare Roma Capitale fino alle elezioni resta ancora Riccardo Carpino. Il prefetto, attualmente commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso, sembra incarnare quel profilo "amministrativo" che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, cerca per il dopo Marino, in attesa di trovare il candidato in grado di fare mantenere Roma nelle mani del centrosinistra. Il numero uno di Palazzo Chigi lo aveva trovato in Raffaele Cantone, ma il capo dell'Anac ha rifiutato l'incarico da commissario che poi lo avrebbe portato a essere il naturale candidato del centrosinistra in grado di sparigliare. Così cambia lo schema, si parte con un commissario che al momento dovrebbe uscire dal ''duello'' tra Riccardo Carpino e Bruno Frattasi, quest'ultimo attuale capo dell'Ufficio Affari legislativi e relazioni parlamentari del ministero degli Interni, nonché ex prefetto di Latina, secondo alcuni personalità vicina al Pd.

Tra le credenziali che potrebbero fare pendere la scelta in favore di Carpino, la sua esperienza da commissario straordinaro della Provincia di Roma da ottobre 2013 a dicembre 2014, nella difficile fase di trasformazione da Provincia a Città metropolitana, (periodo durante il quale, tra le altre cose, ha approvato il piano anticorruzione disponendo la rotazione dei dirigenti, ridotto le società partecipate da 3 a 1 e svolto la gara per la concessione dell'area archeologica della Provincia Domus romane di Palazzo Valentini). Esperto in enti locali, è stato il direttore generale della Conferenza Stato-Regioni quando fu modificato il titolo V della Costituzione e della Conferenza Unificata, composta da Regioni, Anci e Upi, successivamente è stato dg della Conferenza Stato-Città e autonomie locali e per due volte capo di Gabinetto del ministro per i rapporti con le Regioni. Insomma, un profilo gradito a Palazzo Chigi e non solo, visto che questo giudizio si sposerebbe con quello altrettanto positivo del prefetto di Roma, Franco Gabrielli.

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