Roma, chiude tra le polemiche la storica pasticceria Pompi

Esposto un cartello con su scritto: “Ora i cittadini avranno più tempo per imparare il cinese”

Dopo 54 anni chiude il tempio romano del tiramisù. Quello che sembrava essere un baluardo, una colonna portante della tradizione culinaria della Capitale, alza bandiera bianca ma lo fa con uno striscione molto polemico nei confronti dell'amministrazione: "Recessione è quando il tuo vicino perde il lavoro. Depressione è quando lo perde un tuo familiare. Panico quando lo perdono tutti i tuoi dipendenti…60! Grazie a questo lungimirante Municipio, alle vie limitrofe e ai residenti, i cittadini non avranno più il loro punto di ritrovo a cui erano abituati da 54 anni! Avranno tranquillità e più tempo, per imparare il cinese…vista la prossima apertura, dopo la nostra storica attività romana, di un bazar o ristorante cinese". La notizia, riportata da Repubblica, suscita scalpore e fa riflettere proprio per il contenuto dello striscione scritto dal proprietario.

C'è chi ci vede del razzismo nei confronti dei cinesi, e chi si schiera al suo fianco, pensando ad una romanità che sta rapidamente scomparendo.

In molti Stati esteri si tutelano prima i propri cittadini. In Italia e a Roma, molto spesso la sensazione è quella di essere stranieri in patria.

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