Tensione sempre alta tra i pentastellati romani. La tormentata esperienza di Virginia Raggi al Campidoglio sta facendo emergere tutti i dissidi interni in casa M5S e non mancano amarezze e rancori per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato. Se poi a esprimere questi malumori è un "big" del movimento romano come Marcello De Vito, allora la questione diventa molto seria. Il presidente del Consiglio Comunale ha dichiarato a "Il Messaggero" che, se non ci fosse stata quella carognata del finto dossier contro di me il candidato sindaco non sarebbe stata Virginia, ma io".
De Vito si riferisce a un (presunto) dossier progettato a fine 2015, durante le cosiddette comunarie del M5S (le primarie svolte sulla rete per eleggere il candidato sindaco) da Daniele Frongia ed Enrico Stefàno, nel quale – ricorda "La Repubblica" – De Vito veniva accusato di un accesso agli atti per una pratica edilizia che avrebbe potuto configurare il reato di abuso d'ufficio. Nonostante l'attuale presidente del Consiglio Comunale avesse sempre respinto le accuse, la vicenda risultò per lui fatale: dopo circa due mesi De Vito dovette infatti ritirarsi dalla corsa interna al M5S per il Campidoglio, lasciando campo libero alla vittoria di Virginia Raggi.
A distanza di mesi, alla luce degli eventi che hanno contraddistinto l'azione della giunta Raggi, De Vito torna con amarezza sull'episodio e rivendica di "essersi comportato da vero militante, non ho voluto fare casini in giro, in questo anno sono stato molto zen, ma lo so solo io cosa significa, quanti bocconi ho dovuto mandar giù. Ci vuole la mia pazienza per sopportare un anno così". Su questa controversia la Procura di Roma ha aperto un fascicolo, al momento senza ipotesi di reato e indagati. Ma sulla storia aleggia l'ombra di un personaggio molto scomodo: Raffaele Marra.
Circolano infatti voci e retroscena – comunque tutti da confermare – che sarebbe stato il braccio destro della Raggi il presunto "mandante" del dossier contro De Vito. Tuttavia a stretto giro è arrivata la replica del legale di Virginia Raggi, Alessandro Mancori, che bolla la vicenda come "fantapolitica". Presto ancora per trarre conclusioni. L'unica certezza all'interno del M5S, per ora, è che, parole di Beppe Grilllo "un anno fa abbiamo sbagliato a sottovalutare la situazione".
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