Roma, disabili maltrattati: ancora silenzio dalla Regione Lazio

I genitori si chiedono come mai la Regione ancora non prenda NESSUNA iniziativa a tutela della salute dei pazienti

Sono trascorsi ormai quindici giorni da quando è emerso dalle più importanti testate giornalistiche locali, come la Sig.ra Rosanna Varrone, rappresentante legale di Unisan (la cooperativa che gestisce i Centri di Via Sbricoli e di Santa Severa) sia stata oggetto di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Civitavecchia per gravissimi reati commessi all’interno di una r.s.a dalla stessa gestita. Ciò rappresenta l’ennesima conferma della scarsa attitudine della UNISAN a gestire strutture come quelle di Via Sbricoli e di Santa Severa, ma la Regione Lazio, nonostante le precedenti segnalazioni e comunicazioni intercorse al fine di evidenziare nuovamente, e alla luce di recenti sviluppi, le criticità riscontrate nel Centro per l’autismo di via Sbricoli e nel Centro di Santa Severa, ancora non prende NESSUNA iniziativa a tutela della salute degli utenti.

Il Comitato dei Genitori, appoggiato trasversalmente da Storace, dal M5S di Grillo e da Fratelli D’Italia Alleanza Nazionale con il Consigliere Righini e Marco Scurria, nel richiamare ancora una volta tutte le problematiche già rappresentate, porta nuovamente all’attenzione lo stato di degrado nel quale i pazienti disabili dei Centri siano costretti a vivere ogni giorno, ormai da anni.

E’ infatti documentato, ad esempio, dai verbali dell’ASP, dell’ASL Roma D, nonché dei Carabinieri dei NAS di Roma, che l’attività all’interno del Centro per l’Autismo di Via Sbricoli  viene svolta in violazione delle più elementari norma poste dalla DGR Lazio 424/2006 a salvaguardia dei pazienti disabili, e ciò sia dal punto di vista strutturale, che dal punto di vista terapeutico, visto che le stesse strutture deputate ai controlli poc’anzi accennate hanno riscontrato gravi carenze e lacunosità nella tenuta delle cartelle cliniche, le quali evidenziavano terapie inadeguate per i pazienti. Alcuni di questi venivano peraltro trovati seminudi e soli nelle stanze, “intenti a strappare carta”, molti sono frequentemente vittima di infortuni all’interno del centro, e così via in un lungo elenco di episodi che lasciano intendere le modalità di trattamento dei pazienti.

Ciò premesso, i genitori degli utenti e le forze politiche al loro fianco si domandano come mai gli atteggiamenti della Regione Lazio nei confronti di altre strutture siano stati connotati da estrema solerzia e zelo nell’adozione dei provvedimenti ritenuti più opportuni (vedi la revoca dell’autorizzazione e dell’accreditamento della struttura “Casa Viva” disposta a fronte di criticità ben meno gravi di quelle riscontrate nei predetti sopralluoghi) e diffidano codesta Regione ad eseguire tutti i controlli e ad adottare tutti i provvedimenti amministrativi che si rendano necessari al fine di tutelare il sacrosanto diritto alla salute dei pazienti.

In particolare, considerata l’essenzialità del servizio pubblico che svolgono i Centri gestiti dalla Unisan, viene sottolineato ed evidenziato come sia necessario e doveroso per codeste Amministrazioni valutare la possibilità di provvedere ad un cambio nella gestione dei Centri de quo, in quanto la Cooperativa Unisan ha, come dimostrato e documentato da ultimo con le richiamate ispezioni, diretto i Centri senza alcuna programmazione sanitaria e terapeutica, ed avvalendosi di pochi operatori per di più non specializzati, con evidente nocumento alla salute dei pazienti ivi ospitati.

Al fine di offrire un supporto collaborativo nella gestione della vicenda, i genitori ritengono necessario ed urgente un incontro con i vertici regionali per sollecitare le iniziative necessarie al fine di tutelare il diritto alla salute degli utenti.

* Lettera inviata dal Comitato genitori Utenti via Sbricoli

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