Categorie: Politica

Roma, in futuro città a luci rosse?

"Sono favorevole alla zonizzazione della prostituzione, cioè avere delle zone in cui possa esserci e altre no. Ma questo purtroppo non è una decisione che spetta al sindaco". Ecco la clamorosa dichiarazione del sindaco di Roma Capitale, Ignazio Marino, rilasciata oggi ai microfoni di Radio Radio, durante la trasmissione Un Giorno Speciale, condotta da Francesco Vergovich. Il sindaco della Capitale ha poi argomentato tale affermazione rilanciando il tema, caro a noi tutti, da Nord a Sud della Penisola, del decoro urbano.

"Questo dilagare di prostituzione – ha infatti proseguito con il suo pensiero Marino – non solo arreca un danno al decoro della città, ma crea situazioni di disagio gravissimo ad alcuni quartieri".

Da svariati anni si discute o meno sul tema scottante della prostituzione nel nostro Paese; c’è chi la vede come la Peste Nera e chi, invece, la vorrebbe consacrare come libera professione; chi la vorrebbe neutralizzare a tutti i costi per motivi morali ed etici, senza nemmeno pensare di regolamentarla ed inquadrarla nel nostro sistema giuridico e chi la vorrebbe mantenere in vita, depurandola dagli orrori che oggi vi sono dietro: sfruttamento, pedofilia, droga, violenze e assassinii più o meno efferati sottoponendola una rigorosa regolamentazione e imponendo alle persone che intenderebbero svolgere tale professione controlli sanitari obbligatori e l’apertura tassativa della partita iva; infine c’è chi la vorrebbe bollare definitivamente come peccato carnale e chi la considera invece come un’opportunità sociale.

Fatto sta che mentre si discute la legge italiana la vieta rigorosamente e lo fa ai sensi della legge 20 febbraio 1958, n. 75, nota come legge Merlin, dal nome della promotrice, ovvero la senatrice della Repubblica Italiana Lina Merlin.

Tuttavia l’apertura del sindaco capitolino non vale nulla dal punto di vista legislativo, ecco le sue parole: "Purtroppo questa non è una decisione del sindaco, che può solo chiedere alle forze dell'ordine e al ministero dell'Interno, come ho fatto il 18 aprile, di darci una mano, e leggi che influenzino direttamente il problema della prostituzione spettano al Parlamento nazionale. Qualcosa da rivedere certamente c'è  perché questo dilagare del fenomeno in città come la nostra non è solo un danno al decoro ma crea anche situazioni di disagio gravissimo in alcuni quartieri che non possono essere più tollerate".

Vediamo ora cosa accadrà, nei prossimi mesi, dopo il passaggio di palla dal sindaco della Capitale al legislatore.

Redazione

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