Roma, in queste ore il sindaco Marino ritirerà le sue dimissioni

Ultima opzione da poter mettere in campo rimane l’addio in massa dei 19 consiglieri Pd, a cui si dovrebbero aggiungere altri sei colleghi

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ritirerà le sue dimissioni oggi, mercoledì 28 ottobre. Nonostante le rassicurazioni di Matteo Orfini, che tramite il vicesegretario nazionale del Pd, Lorenzo Guerini, avrebbe confortato il premier Matteo Renzi che al suo ritorno dal Sudamerica la ''questione romana'' sarebbe già stata risolta con l'addio del primo cittadino, le intenzioni di Marino sarebbero diametralmente opposte. Ne sono convinti i consiglieri dem del Campidoglio, che già si preparano al piano B. Lo scenario più probabile è che una volta ufficializzato il ritiro delle dimissioni – a cui potrebbero però fare da contraltare le dimissioni, stavolta ''vere'', di gran parte dei suoi assessori, compreso qualche fedelissimo – Marino si presenterà poi in Assemblea capitolina per chiedere alla sua ormai ex maggioranza di andare avanti insieme.

Gli esponenti del Partito democratico, a quel punto, risponderebbero con una mozione di sfiducia, che verrebbe portata in Aula e depositata proprio al termine dell'intervento del sindaco uscente senza neanche un intervento di replica, facendo partire così il countdown – l'ennesimo in questa vicenda – dei dieci giorni necessari prima di poter mettere ai voti il documento. In questo caso sarebbe quasi certo l'effetto collaterale rappresentato da quel voto in blocco con le destre che tanto spaventa i dem, che di contro però sarebbero firmatari e proponenti della mozione e avrebbero la possibilità di rivendicarne la paternità. Ultima opzione da poter mettere in campo rimane l'addio in massa dei 19 consiglieri Pd, a cui si dovrebbero aggiungere altri sei colleghi – su questo fronte è già in corso l'attività di scouting – per arrivare alla fatidica quota di 25 consiglieri dimessi in contemporanea, che porterebbe allo scioglimento automatico del Campidoglio.

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