Roma Music Festival, il bilancio del patron Andrea Montemurro

Il produttore e ideatore del Roma Music Festival lavora già all’edizione del 2021, dopo la serata evento finale di qualche giorno fa

Roma Music Festival

Stefano Raucci e Andrea Montemurro

Il produttore e ideatore del RMF lavora già all’edizione del 2021, dopo la serata evento finale di qualche giorno fa.

Si sono appena spente le luci sull’edizione 2020 del Roma Music Festival e già si lavora a quella del prossimo anno con l’intento di fare ancora meglio. Parola del patron Andrea Montemurro, ideatore del RMF che andò in scena per la prima volta nel 2006 al Teatro Adriano nella capitale. 

Montemurro da anni vive a stretto contatto con il mondo della musica: ha già al suo attivo un cd di brani strumentali e collaborazioni importanti con il maestro Mario Zannini Quirini, con il quale ha lavorato già in passato per la realizzazione di musiche da film. Autore, compositore, produttore con una “mission”,quella di scovare e valorizzare giovani talenti: “Questo è lo scopo con cui è nato il Roma Music Festival  – dice Montemurro. Negli anni, alcuni partecipanti passando dal nostro festival hanno avviato collaborazioni di pregio con cantanti e professionisti affermati. Lungo questa strada vogliamo proseguire”.

Come è andata l’edizione 2020? 

“Sono soddisfatto, e come me lo è il maestro Mario Zannini Quirini che ha curato la direzione artistica del  festival. Avere al fianco un grande professionista come lui ha dato al RMF un tono ancora più alto. Devo fare un plauso a tutti i 13 concorrenti finalisti, provenienti da ogni parte d’Italia, che hanno mostrato talento e doti canore fuori dal comune. Al resto ha pensato il presentatore Stefano Raucci, voce di Radio Radio,che ha condotto la finale con la consueta verve e professionalità”. 

Come mai non avete proclamato un vincitore assoluto? 

“Abbiamo premiato tutti i finalisti perché l’eccezionalità di questa edizione e l’impossibilità di ospitare una prefinale e una giurìa come avremmo voluto ci hanno indotto a seguire questa strada. Ad ogni ragazzo abbiamo voluto mandare un messaggio di stima, proprio per la particolarità del momento che stiamo attraversando. Molti dei finalisti erano fermi da un po’ con l’attività artistica e ci hanno anzi ringraziato per non esserci fermati di fronte al Covid. La loro presenza è stata un segnale di vittoria per tutti. Ecco perché, per una volta, abbiamo messo da parte la tradizionale classifica”. 

In alto da sinistra Luana Di Maio, Andrea Marella con Stefano Raucci, Claudia D’Ottavi e l’ex Baraonna Dario Daneluz, i Kupra

L’emergenza legata al Covid non vi ha ostacolato più di tanto, quindi...

“No, anche perché ho voluto fortemente che la serata finale andasse in scena. Avevamo selezionato i finalisti e, pur nelle difficoltà dei protocolli da dover rispettare, con i miei collaboratori abbiamo deciso di arrivare fino in fondo, anche per dare un segnale di presenza, vitalità e ripartenza a chi di musica vive, a chi nella musica lavora. E’ mancato il pubblico, perché siamo stati costretti a svolgere la finale a porte chiuse nel teatro degli studi Lead di Roma. Ma speriamo di riaverlo ovviamente per l’anno che verrà, perché in questi giorni inizieremo a selezionare i partecipanti per l’edizione 2021”.

La macchina organizzativa si rimette subito in moto, dunque? 

“Assolutamente sì – risponde Andrea Montemurro. Dalla metà di ottobre ripartiremo con ancora più entusiasmo e voglia di fare e sul nostro sito (www.romamusicfestival.com) chi vorrà iscriversi alle selezioni troverà tutte le indicazioni per farlo: con l’auspicio che si possa tornare presto alla normalità, a teatri e auditorium di nuovo pieni di entusiasmo e di partecipazione nei prossimi mesi”. 

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