Cronaca

Roma, nella morsa del traffico con più auto che patenti. Patanè: “bisogna incentivare la mobilità attiva”

Lunghe code di macchine e clacson che rompono il silenzio delle giornate romane. Tra la ricerca di un posto per parcheggiare e i continui lavori del manto stradale, il guidatore romano, ogni giorno che sceglie di mettersi su strada, deve tener conto un tempo indefinito per percorrere la Capitale e arrivare a destinazione.

Traffico fuori controllo: più auto sia di parcheggi che di guidatori

La morsa del traffico è un fardello di Roma da anni. La flotta di autovetture private è di circa 1,7milioni di mezzi. Un numero che è superiore ai guidatori, sia di autovetture che motocicli, che hanno la patente, ossia circa 1,5milioni.

A causare maggiori rallentamenti alla viabilità, oltre che ai cantieri continuamente aperti, è la sosta selvaggia degli automobilisti. I posti per parcheggiare scarseggiano. E dopo continui giri alla ricerca disperata di uno stallo, i guidatori abbandonano le loro speranze e si sbizzarriscono con la creazione di nuovi parcheggi. Stop e spartitraffico invasi dalle macchine, strisce pedonali e marciapiedi ostruiti dai ciclomotori. Doppie file e triple file di soste, anche prolungate, tra le vie dalla città. Tutto questo gioca un ruolo cruciale nel rallentamento, e in alcuni casi, provoca anche l’interruzione della viabilità.

Nonostante l’aumento delle multe elevate ai conducenti, registrate tra gennaio e maggio nelle aree del centro, la situazione non è migliorata. Giacché, come afferma l’assessore alla mobilità Eugenio Patanè, “se i romani dovessero parcheggiare secondo le regole del codice della strada invaderemmo i comuni limitrofi“.

Dunque, la situazione è abbastanza allarmante, dato che lo spazio è terminato. Per sopperire a questa problematica la Giunta Gualtieri sottolinea di voler dar via al più presto ai lavori per la mobilità. È necessario “aumentare il numero degli stalli di sosta tariffata che oggi sono 70mila e portali a 100mila“.

Innanzitutto, però, è fondamentale limitare l’utilizzo di mezzi privati a patto che non sia necessario. Ma prima di far ciò, non bisogna dimenticare che nella Capitale i mezzi pubblici fanno fatica a garantire il servizio. La metro riesce a coprire soltanto 60 chilometri con 3 linee. I tramviari e gli autobus non sempre rispettano gli orari previsti. Questa situazione diventa insostenibile per tutti i cittadini che devono muoversi a Roma. E questo sembra essere uno dei motivi che ha fatto diminuire la domanda di trasporto pubblico rispetto al periodo prima della pandemia.

In una scala di priorità: della pedonalità, del trasporto pubblico, della mobilità attiva”. Per far ciò, la ricetta dell’amministrazione Gualtieri per risolvere il traffico ha due ingredienti principali. “Da una parte dobbiamo avere delle zone a traffico limitato e delle `low emission zone´ che devono essere presidiate con strumenti elettronici fissi in modo da obbligare coloro che non possono attraversarli a non farlo. Oggi c’è una fascia verde che indica che al suo interno un determinato tipo di veicoli non può entrare. E sostanzialmente questo provvedimento non è applicato. Nei prossimi anni applicheremo sicuramente i varchi sulla fascia verde che renderanno sostanziale un provvedimento che oggi è solo formale“. Ha sottolineato Patanè.

Il secondo ingrediente fondamentali è l’incentivo all’utilizzo del trasporto pubblico. Infatti, “con la realizzazione di nuove tranvie, implementazione del nodo ferroviario di Roma. Una cura del ferro molto importante sulla quale stiamo lavorando che costituirà un network: metro, ferrovie, e tram. Questo network del ferro dove intercettare un network di mobilità attiva: le piste ciclabili soprattutto e di car sharing e sharing mobility“. Infine, è indispensabile “aumentare i chilometri di bus in superfice che sono largamente insufficienti“.

Redazione

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