Era la mattinata del 6 marzo quando un gruppo di ambientalisti insieme ad alcuni esponenti dei centri sociali hanno deciso di occupare via Caffarella. Un palazzo a San Lorenzo, un edificio precedentemente di proprietà della Regione Lazio e poi passato nelle mani dell’Invimit (società di gestione del risparmio del Mef).
Lo stabile di via Caffarella era vuoto e circa un centinaio hanno deciso di usufruirne per occuparlo.
I motivi che spingono questa occupazione sono le idee in nome della pace e contro la Tav. Tuttavia, l’occupazione resta illegale dato che non è stata spinta da un’emergenza umanitaria.
Il giorno delle occupazione la Invimit ha contatto le autorità per denunciare e attivare uno sgombero. Da lì è partito l’iter con la Procura e le forze militari.
La mediazione intercorsa con gli occupanti non ha dato i frutti sperati e da lì il collettivo Lea Berta Càceres non intende muoversi.
“Se le idee sono libere così come la loro espressione almeno il rispetto dei luoghi”, afferma una tennista al quotidiano Il Messaggero infastidita della situazione poiché la reputa assurda.
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