Roma. Peste suina, D’Amato: due maiali infetti in piccolo allevamento zona perimetrata

I due casi sono stati riscontrati all’interno dell’Insugherata, l’area verde protetta compresa tra la via Trionfale e la via Cassia

allevamento di maiali

Allevamento di maiali

“La peste suina provocata dai cinghiali entra in un piccolo allevamento della zona perimetrata. Sono stati rilevati infatti due casi di positività. Queste sono le notizie appena fornite dall’Istituto Zooprofilattico. Tutti i capi saranno immediatamente abbattuti da parte dei servizi veterinari della Asl ed è in corso la riunione della task-force”. Lo dichiara l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

(Com/Mel/ Dire)

allevamento di maiali
Allevamento di maiali

Il commissario Ferrari: i casi riscontrati all’interno dell’Insugherata

“Ora provvediamo ad abbattere velocemente tutt’attorno”, in particolare “i maiali sospetti infetti e sospetti contaminati”, riferisce all’Ansa il Commissario straordinario all’emergenza Peste suina, Angelo Ferrari. “Adesso zona rossa e zona di infezione verranno tutte riviste”, dice Ferrari. I due casi sono stati riscontrati all’interno dell’Insugherata, l’area verde cittadina compresa tra la via Trionfale e la via Cassia, dentro l’anello stradale del Raccordo anulare dove è esploso il focolaio dai cinghiali. “Diciamo che nella sfortuna per lo meno siamo dentro”, afferma Ferrari che conferma l’impegno sulla riduzione dei cinghiali.

La Peste suina africana (PSA) è una malattia virale che colpisce maiali domestici e cinghiali, e può causare ingentissimi danni alle produzioni zootecniche suine. Considerata altamente contagiosa e spesso letale per gli animali questa malattia non è, invece, trasmissibile all’uomo né attraverso il contatto diretto con animali malati, né tramite alimenti di origine suina.

Coldiretti: 50mila maiai a rischio nel Lazio

Sono quasi cinquantamila i maiali allevati nel Lazio a rischio per la Peste suina africana (Psa) che è spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani e nessun problema riguarda la carne. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti dopo i 2 casi di peste suina individuati in un piccolo allevamento della zona perimetrata “rossa”. 

La Coldiretti chiede l’introduzione di misure di sostegno per il settore al fine di tutelare il reddito degli allevatori, ma anche per intervenire su un deciso contenimento della popolazione dei cinghiali che rappresentano il vettore di trasmissione della malattia. 

Per questo secondo la Coldiretti, è necessario intervenire con la modifica immediata dell’art. 19 della legge 157/1992 semplificando le procedure per l’adozione dei piani di abbattimento approvati dalle regioni e il rafforzamento delle competenze dell’ufficio commissariale previsto dal Decreto Legge 17 febbraio 2022, n. 9. “Il rischio – conclude Coldiretti – è che l’emergenza si allarghi e che siano dichiarate infette le aree ad elevata vocazione produttiva con il conseguente pregiudizio economico che potrebbe discendere per la filiera agroalimentare e l’occupazione in un settore strategico del made in ltaly”. (Ansa)