Categorie: Cronaca

Roma prima città in Europa per incidenti stradali mortali

Molti romani si spostano in auto tutti i giorni e di solito si trovano bloccati nei tanti ingorghi che Roma regala loro quotidianamente. Il traffico, sempre più insopportabile, è diventato una delle caratteristiche principali di questa città, al punto che molti di noi lo mettono in preventivo nei loro programmi giornalieri “a prescindere”.    

Roma, a causa del traffico, è una delle città più “lente” d’Europa, con i tempi di spostamento più lunghi. Eppure, nonostante questa “lentezza”, Roma è la città che, tra le capitali europee, detiene un terribile primato: quello degli incidenti mortali.

Nello scorso anno sulle strade di Roma sono morte 226 persone e ci sono stati 25.000 feriti, quasi tutti gravi, molti dei quali rimasti invalidi. Inutile dire quale costo abbiano questi incidenti per le famiglie coinvolte e per tutta la collettività.

Questo dato, come quello del primato italiano dei 4000 incidenti mortali l’anno, ci è stato dato dalla puntata di lunedì scorso di “Speciale TG1” dal titolo “La Grande ingiustizia”. Una puntata che, oltre a trattare l’argomento degli incidenti mortali, dimostrava anche che, per le vittime della gran parte di questi incidenti, non c’è giustizia.

Le cause degli incidenti stradali, lo sappiamo, sono molteplici: prima tra tutte l’eccesso di velocità e l’imprudenza. Quelle che, insieme, causano le “fatalità”, ma che fatalità non sono, perché violare le regole del Codice della Strada non è fatalità ma stupidità. Che spesso, però, diventa un crimine contro degli innocenti.

Ma nella puntata dello Speciale TG1 sono state mostrate altre cause, che non dipendono dal comportamento degli automobilisti o dei pedoni, ma dall’Amministrazione Capitolina.

Un ingegnere del traffico, che accompagnava il reporter del TG1, ha dimostrato che a Roma ci sono almeno quattro categorie di rischi che dipendono dal Comune: i cartelli pubblicitari; la scarsa manutenzione delle  strade (buche e caditoie ostruite soprattutto, ma anche la segnaletica dei punti pericolosi); gli svincoli mal progettati e gli attraversamenti pericolosi. Ai quali si sommano due problemi dei quali abbiano parlato spesso: la burocrazia e la mancanza di senso di responsabilità.

Ora, se è vero che è difficile impedire le violazioni del Codice (come l’eccesso di velocità, l’imprudenza, le disattenzioni e la guida in stato d’ebbrezza) è altrettanto vero che tutti gli altri problemi si potrebbero risolvere facilmente.

A cominciare dalle caditoie stradali, ostruite dalle foglie e dal fango, che si possono rimuovere subito e con facilità , come ha fatto vedere il servizio dello “Speciale” del TG1, semplicemente utilizzando un po’ di buona volontà e una “cazzuola”, che costa meno di due euro.

Ma il problema è: chi dovrebbe farlo? Gli operatori ecologici dell’AMA o i manutentori dei Municipi? Alla fine non lo fa nessuno e sulle strade si formano pozze d’acqua pericolosissime.  

Ai cartelli pubblicitari messi nei posti vietati dal Codice, che probabilmente sono abusivi, dovrebbe pensare la Polizia Municipale e il Dipartimento Affissioni e Pubblicità del Comune, ma molti cartelli stanno lì da anni, quindi vuol dire che nessuno interviene.

Che si progettino svincoli sbagliati e pericolosi sembra impossibile, ma l’ha fatto vedere la trasmissione del TG1 e ne vediamo anche noi tutti i giorni, stando alla guida di auto e moto. Curve troppo strette, intersezioni pericolose, segnaletica invisibile. Eppure sono progetti di specialisti. Sono incapaci o nessuno controlla i progetti?

E finiamo con la manutenzione delle strade (segnaletica, buche e caditoie).

Roma ha un territorio immenso, con più di 5000 km. di strade comunali, quindi costosissimo da manutenere. I fondi, si sa, scarseggiano sempre più, ma alcune cose si potrebbero fare senza costi, come, ad esempio, far livellare i tombini quando si rifà il manto stradale.

Non si riesce a capire come sia possibile che chi dirige i lavori (se li dirige davvero, ovviamente) o chi collauda le strade, non si accorga della pericolosità dei tombini incassati di 8-10 cm. Per risolvere il problema, basterebbe un po’ di attenzione nel corso dei lavori. Invece ne vediamo a decine in città, e i motociclisti sanno bene quanto siano pericolosi.

Molte cose hanno un costo, ma l’attenzione ed il senso di responsabilità nel fare il proprio lavoro non costano nulla. Per questo il fatto che molti si distraggano o se ne freghino ci sembra particolarmente grave, perché non c’è di mezzo solo lo spreco di danaro pubblico, ma anche il prezzo della vita e dell’infelicità di tante persone innocenti. 

Come vedete siamo ritornati al solito punto, quello del senso di responsabilità di chi  gestisce la cosa pubblica.

Quando succedono gli incidenti mortali, sentiamo spesso i Sindaci e gli assessori annunciare provvedimenti e sanzioni “esemplari”. Ma se solo si impegnassero a fare in modo che di esemplare ci fosse l’attenzione di chi deve controllare ciò che succede in questa città, saremmo già un grosso passo avanti.   Ma forse sarebbe troppo semplice  e le cose semplici, si sa, non fanno  notizia… 

Francesco Febbraro

Architetto, con lunga esperienza di direzione di Dipartimenti e Municipi di Roma Capitale. Per anni docente universitario a Valle Giulia, autore di pubblicazioni sullo sviluppo urbano tra cui "Codilex Urbanistica" "Vademecum edilizio" e "La macchina inceppata" sull'organizzazione degli uffici pubblici. Scrive di attualità e politica.

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