Cronaca

Roma, raccolta dei rifiuti a pagamento. Ecco la truffa dei finti netturbini Ama

Se una questione può definirsi di vasta portata quando, oltre a provocare dei gravi danni, determina a catena una serie di eventi, che a loro volta producono conseguenze estremamente negative, sicuramente l’emergenza rifiuti può essere fatta rientrare in questa categoria di problematiche. E allora in un contesto come quello di Roma Capitale, le cui strade sono inondate di cumuli di spazzatura che ne vanno a minare il decoro, c’è spazio anche per chi si spaccia per dipendente dell’Ama, offrendosi di ripulire le strade dai rifiuti ingombranti. Chiaramente a pagamento.

E a stupire di più e la facilità con cui i cittadini abboccano all’amo di truffatori, tra l’altro nemmeno troppo abili, accettando di pagare un extra non dovuto, probabilmente in preda allo sfinimento per una situazione che va avanti da tempo immemorabile.

La truffa: come funziona

È stata infatti avvistata in zona Balduina una monovolume verde, con un grande adesivo sulla fiancata. “Raccolta differenziata” è la dicitura, affiancata dal logo dell’Ama, che sembra ritagliato e incollato. Pare i truffatori, a bordo dell’auto, si offrissero di portare via i rifiuti per la “modica cifra” di 50 euro. E i cittadini cadevano nel tranello senza considerare un dettaglio fondamentale: quello della raccolta dei rifiuti è un servizio gratuito.

Scarti in discariche abusive

Oltre alla questione della truffa in sé, c’è da considerare un ulteriore fattore connesso alla questione. A quella cifra, molto al di sotto dei valori di mercato anche per le ditte private regolari, è probabile che gli scarti finiscano in qualche discarica abusiva. E senza che si proceda al corretto conferimento.

L’Ama sporge denuncia

L’amministratore unico dell’Ama, Stefano Zaghis, ha dichiarato che la società, che non ne sa nulla, ha già avviato le procedure per sporgere denuncia. “Stiamo facendo tutte le verifiche con il nostro ufficio legale”, sono state le parole dell’amministratore. La questione non è tuttavia isolata. Già l’anno scorso, infatti, l’Ama aveva sporto denuncia per una banda di finti netturbini. I truffatori si recavano negli appartamenti di chi era in quarantena, spacciandosi per addetti dell raccolta domiciliare. “Ma gli operatori ecologici (reali) non entrano mai dentro le abitazioni private e nessun incaricato dell’azienda capitolina ha avuto disposizioni di contattare gli utenti a tale scopo”, spiegava all’epoca la municipalizzata.

L’emergenza

La truffa dei finti netturbini è un’evidente conseguenza dell’emergenza rifiuti, questione urbana particolarmente sentita nella Capitale. E se la Raggi propone come soluzione la riapertura della discarica di Albano, così da indirizzarvi i camion della spazzatura, che spesso restano parcheggiati ad aspettare che si faccia spazio negli impianti disponibili, anche l’Ama si mobilita. Promette di rimpiazzare i 41mila cassonetti posti all’interno della città, spesso preda di incendi, entro il 2023. Si partirà in questi giorni dl XV Municipio, tra la Cassia e Ponte Milvio.

Livia Maccaroni

Dopo la maturità al Liceo Classico Statale “Dante Alighieri” di Anagni, si iscrive al dipartimento di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali dell’Università di Roma “La Sapienza”. Conciliare la passione per la letteratura e per la scrittura con il suo profondo interesse verso la politica è la sua massima aspirazione.

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