Roma, rapinavano e violentavano prostitute

Arrestati dalla Polizia tre tunisini che fissavano appuntamenti con le prostitute per rapinarle e costringerle a rapporti sessuali non protetti

Sono accusati di violenza sessuale di gruppo e rapina aggravata in concorso i tre cittadini tunisini, arrestati dagli agenti della Polizia di Stato, individuati al termine di una complessa indagine, portata a termine dagli investigatori del Commissariato San Giovanni. Partiti a seguito della denuncia sporta da tre donne, tutte dedite alla prostituzione in appartamento, gli accertamenti  dei poliziotti agli ordini del dr. Massimo Improta, hanno consentito, in breve tempo, di stringere il cerchio intorno ai tre soggetti.

Di vitale importanza le descrizioni dei malviventi fornite dalle vittime in sede di denuncia. Le rapine, messe a segno tutte con lo stesso “modus operandi”, prevedevano un contatto telefonico con le prostitute, con conseguente appuntamento dopo aver pattuito prestazioni sessuali a pagamento. Nel corso degli incontri però, il cliente si presentava con un complice e insieme le rapinavano dei soldi e le costringevano, mediante la minaccia di un coltello puntato alla gola, a rapporti sessuali non protetti. Almeno tre le violenze accertate ma gli investigatori ritengono che la banda di “balordi” possa aver colpito in più occasioni confidando nel silenzio delle vittime. Accertamenti sono infatti in corso per verificare se altre persone siano state vittime dello stesso reato.

A tal proposito, l’autorità Giudiziaria, ha autorizzato la divulgazione delle foto che ritraggono i tre arrestati, al fine di individuare altre eventuali donne, vittime dello stesso reato, invitate a rivolgersi agli investigatori del Commissariato San Giovanni, oppure possono contattare il numero 0670390251

Identificati per Mohamed Abidi, Bilel Barhoumi e Othman Ramzi, rispettivamente di 25, 30 e 33 anni, ai tre, dopo l’individuazione, nella giornata di ieri è stato notificato il fermo di indiziato di delitto ed ora sono rinchiusi nel carcere di Regina Coeli in attesa di essere processati.

 

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