Roma, risciò in circolazione nonostante lo stop del Cds. VIDEO

Questi veicoli possono essere condotti senza titolo di guida e non sono soggetti all’obbligo di assicurazione per la responsabilità civile

Il Consiglio di Stato – dopo aver respinto il ricorso di un’agenzia specializzata nel trasporto pubblico attraverso l’uso dei risciò, contro l’ordinanza dell’ ex commissario Francesco Tronca firmata nel 2015, che vietava “Qualunque attività assimilabile al trasporto pubblico collettivo o individuale di persone, con velocipedi a 3 o più ruote, anche a pedalata assistita, dotati di un motore ausiliario elettrico” – di fatto ha convalidato lo stop ai risciò nel centro storico di Roma.

Questi veicoli possono essere condotti senza titolo di guida e non sono soggetti all’obbligo di assicurazione per la responsabilità civile. Non dispongono quindi dei requisiti necessari a tutela della sicurezza nella circolazione.

Inoltre questi mezzi sono responsabili di diversi incidenti quando sfrecciano nel traffico della Capitale, i conducenti si rivelano indisciplinati sulle regole stradali, insomma rappresentano un mondo d’illegalità, dove i prezzi dei tour tra Fontana di Trevi, San Pietro e Colosseo sono salati, e la concorrenza tra i guidatori è spietata.

Nel 2007, quando si manifestò la prima apparizione dei risciò moderni sulle strade romane, erano 9 i mezzi, tutti di una cooperativa che si occupava del reinserimento nel mondo del lavoro di ex detenuti, oggi sono oltre 100, molti dei quali appartennenti a un solo proprietario.

“E’ inaccettabile che esercitano il commercio senza licenza“, così dichiarava l’Assessore al Turismo Adriano Meloni, lo scorso settembre.

In attesa di una regolamentazione sui risciò, è interessante guardare il video che mostra l‘approccio di una coppia di turisti con il conducente di un risciò, in sosta a piazza Venezia, per chiedere il costo di un giro a Trastevere, 20 euro risponde l’autista, al che la coppia sta per allontanarsi, e lui per non perderli chiede la metà: “facciamo 10 euro”?…

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