Roma. Teatro dell’Opera, licenziati orchestrali e coristi

Una decisione senza precedenti in Italia: “Non c’era altra possibilità se non la chiusura” dichiara Carlo Fuortes

Dopo l’addio di Riccardo Muti al Teatro dell’Opera è la volta dei coristi e degli orchestrali. La decisione è stata presa ieri, 2 ottobre 2014, dal consiglio di Amministrazione che ha approvato l’esternalizzazione dell’orchestra e del coro e l’avvio della procedura di licenziamento collettivo. Una decisione senza precedenti in Italia ma che non è “campata in aria”, come ha sottolineato il sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma Carlo Fuortes: “In Spagna, da Madrid a Valencia, tutti i teatri d’opera hanno orchestre e cori esterni. Lo stesso accade a Vienna e ad Amsterdam. E Parigi ha ben tre teatri d’opera formati in questo modo. Quindi il modello che stiamo seguendo […] può garantire una grande qualità” 

Sembra essere dello stesso parere anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino, il quale spiega che questo tipo di percorso non è stato mai intrapreso in Italia e che può essere il punto di svolta per evitare la chiusura definitiva del Teatro. Dopo gli scioperi che hanno determinato l’addio di Riccardo Muti, infatti, si è registrato un forte calo degli abbonamenti e una complessiva “fuga” degli sponsor. Questa procedura riguarderà 182 dipendenti su 460 ed è stata presa solo per motivi di funzionalità ed economici, dato che insieme coro e orchestra costano 12 milioni e mezzo l’anno. Rendendo coro e orchestra esterni, il risparmio previsto è di 3,4 milioni di euro, ha spiegato Fuortes. 

Perché la decisione del Cda venga messa in pratica ci vogliono 75 giorni: in questo periodo, sia il sindaco che il sovrintendente del Teatro, auspicano un ritorno dei coristi e degli orchestrali riuniti in un soggetto o in una cooperativa, in modo che da gennaio il Teatro torni ad avere un’orchestra. Mentre si aspetta la reazione dei sindacati del Teatro, Pierfrancesco Pinelli, incaricato di esaminare i piani di risanamento presentati dai teatri in crisi dichiara: “Sono stato tenuto fuori da questa decisione”, mentre l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, afferma che il consiglio di amministrazione presieduto dal sindaco Marino “si è assunto la responsabilità di mettere una pietra tombale sul Teatro dell’Opera di Roma”

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