Roma, tra pedonalizzazione e penalizzazione c’è poca differenza per i residenti

I casi di pedonalizzazione a Roma seguono una linea progettuale ben definita. Azioni che, tuttavia, voltano le spalle ad alcune esigenze

Già da qualche anno a Roma si parla di alcuni progetti di pedonalizzazione: il fine di ridurre l’inquinamento atmosferico e sonoro ha infatti trovato consensi durante il periodo Raggi. Veri e propri progetti di isole pedonali volte a ridurre i dannosi effetti che il traffico ha prodotto negli ultimi anni. Tra queste iniziative ricordiamo quelle in zona Monti e Centocelle.

Il caso delle scuole

Un cambiamento del genere, come ci si può però aspettare, apporta delle modifiche non indifferenti alle zone circostanti. Tra i progetti di cui si era parlato ve ne erano anche tre che avevano a che fare con altrettante scuole: si tratta dei progetti “Isola che non c’è” in Via Puglie, “Di Donato” in Via Bixio e “Cadlolo” vicino Via della Rondinella. Mentre quest’ultimo è stato accolto con entusiasmo dato il restauramento si cui si trattava, non si può dire lo stesso degli altri due.

I progetti di pedonalizzazione

Per realizzare queste idee e giungere a una fase di realizzazione sono passati diversi: già dai primi del 2000 si parlava infatti di queste eventualità. Il fine, viene spiegato, è quello di creare dei luoghi ricreativi per i bambini e dei punti di ritrovo anche per altri residenti. Un luogo “verde” che sarebbe dovuto sorgere nel bel mezzo del quartiere, una via accogliente che potesse in qualche modo distaccarsi da resto della città, sempre trafficata e incasinata.

Proteste e disapprovazione dei residenti

Tuttavia in entrambi questi casi la pedonalizzazione ha creato dei problemi non indifferenti tanto a livello di traffico quanto anche di parcheggi. E la risposta dei residenti è stata immediata. Nel caso di Via Puglie era stato infatti presentato un ricorso da parte di alcuni residenti del luogo con la richiesta di fermare il progetto di pedonalizzazione. Richiesta rispedita però al mittente da parte del Consiglio di Stato. Per quanto riguarda la pedonalizzazione di Via Bixio si è, invece, scatenata una reazione totalmente contraria al provvedimento, con una raccolta firme e la conseguente richiesta di mettere fine al progetto. Una petizione che, almeno a distanza di qualche mese, non ha comunque fruttato nulla. La strada è ancora chiusa. “Aperta più di prima” spiegherebbe qualcuno, ma solo all’apparenza.

La situazione a distanza di mesi

Via Bixio non ha infatti ancora raggiunto una propria dimensione. L’idea di creare una sorta di “orto” si è persa dopo poche settimane, dato lo stato degli alberelli piantati e lasciati lì. Gli eventi per bambini non si sono tenuti se non in alcune, poche, situazioni e le ricreazioni si sono svolte tanto fuori quanto anche dentro. All’interno della scuola sono presenti, infatti, due cortili. Inoltre il tratto finale della via, in cui sono presenti anche delle abitazioni, vede una zona morta il cui solo ingresso e sosta di una macchina, i primi tempi, ha portato ad alcune multe. Tuttavia da pochi mesi non vengono più sanzionati coloro che mettono le auto lì, motivo per cui vi è la presenza di alcune macchine in quel tratto, ma senza un criterio.

Disagi stradali

Le diverse lamentele, giunte soprattutto tramite i social, riguardavano proprio un utilizzo non adeguato di questa via e una possibile confusione che sarebbe potuta nascere. Una pedonalizzazione che, in poche parole, ha aggiunto poco rispetto a quanto vi era prima, ma tolto molto. Numerosi sono, infatti, i parcheggi sottratti alla via e diverse sono le lamentele inerenti alla difficoltà, ovviamente aumentata, nel trovare parcheggio raccolte dalla nostra redazione. Discorso simile per quanto riguarda il traffico che si accumula più del normale nelle zone limitrofe. Una condizione che ancora sussiste ma che a distanza di mesi inizia a finire nel dimenticatoio, come se ormai fosse una normalità.

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