Ci si può innamorare delle parole di un uomo? Non dico dei gesti, dell’odore, di uno sguardo o di una voce, ma proprio delle parole scritte. Sì, insomma, per quell’alchimia secondo cui le affinità si rivelano anche se siamo distanti chilometri e ci si illude che ci attraversino nonostante le distanze fisiche, nell’infinito magma del web e dei social network.
Mondi paralleli intercorrono tra noi e i nostri fidanzati, mariti, mogli. Lembi segreti, che non possiamo nemmeno immaginare, nascondono verità che non vogliamo né riusciamo a raccontare. La storia che sto per narrare parla di questo e di molto altro; delle canzoni che quell’uomo mi dedicò e delle quali non ho mai potuto parlare con nessuno, della scintilla che quando ti incendia non vuole sentire ragioni; dell’ossessione che ti prende quando accendi un computer e non riesci ad andartene via.
Mentre vivi e pulsi nell’attesa del messaggio successivo di quell’uomo sconosciuto dall’altra parte dello schermo. Perché c’è una ragione carnale pur nell’assenza dei corpi. Una carnale attrazione dietro a quegli schermi. Un desiderio infinito che si alimenta da sé e si nutre di parole e di assenza.
Bianca
Tratto dal romanzo di Mariagloria Fontana, La Ragione era Carnale, Armando Curcio Editore
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