Una circolare, addirittura. Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, non si è limitato a fornire una specie di consiglio, ma ha preannunciato un atto formale. Una circolare, appunto. Nella quale si affermerà che i docenti italiani di ogni ordine e grado (università esclusa, ovviamente) dovranno limitarsi a dare “pochi compiti per le vacanze di Natale”. Motivo: “fare in modo che le famiglie possano stare più insieme. A volte i compiti gravano sugli impegni di queste ultime”.
E ancora: “I ragazzi hanno bisogno di rilassarsi, ritrovare i piaceri della vita familiare, con gli amici. Sicuramente possono dedicarsi alla lettura o ai propri hobby, fare movimento, visitare mostre”.
Come accade spesso, coi politici, nell’intruglio di giornata c’è qualcosa di giusto e parecchio di sbagliato. Auspicare che i figlioli ritrovino “i piaceri della vita familiare” è la parte giusta. Il resto è quella sbagliata.
Detto con la dovuta franchezza, non risulta che gli studenti odierni siano subissati di compiti e che perciò, schiacciati dall’immane fardello, siano impossibilitati a passare più tempo coi genitori, con i fratelli o le sorelle, o con gli altri parenti. Allo stesso modo, è abbastanza fuorviante sottolineare, come se fosse una stranezza, che “a volte i compiti gravano sugli impegni” delle famiglie.
Che ciò accada è del tutto normale. Tra gli impegni del mettere al mondo dei figli c’è pure questo: seguirli nei loro percorsi scolastici. Fin dove si può, aiutandoli nello studio con spiegazioni che si vadano ad aggiungere a quelle degli insegnanti e fornendo un aiuto (moderato) nello svolgimento dei compiti. Dove non si possa più arrivare con la propria cultura personale, incentivando gli sforzi e verificandone gli esiti.
Certo: si tratta di ulteriori incombenze che si vanno ad aggiungere a tutte le altre, ma forse sono proprio queste ultime che dovrebbero essere messe in discussione. A partire dal fatto che in troppi casi sia le mamme che i papà sono costretti a lavorare entrambi per sbarcare il lunario, o magari per sostenere uno standard di consumo che li faccia sentire ‘realizzati’.
Tornando agli studenti e ai compiti a casa, invece, la questione è di brutale semplicità: i livelli di apprendimento sono talmente elevati, già adesso, da poter alleggerire sistematicamente i carichi di lavoro? Fino, nientemeno, a eliminare del tutto le esercitazioni domestiche come vorrebbe il movimento "Basta compiti", capitanato dal preside di Genova Maurizio Parodi?
Ognuno ci pensi sopra e valuti per conto suo. Da parte nostra, la risposta è un colossale NO.
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