Sfratti, niente proroga nel 2015

Il decreto Milleproroghe non contiene lo slittamento dei termini come avvenuto nel passato

Nel consueto decreto di fine anno non è stato riproposto il blocco degli sfratti per finita locazione per le famiglie con determinati limiti di reddito e in difficoltà economica per avere a carico persone malate o più figli piccoli. 

Il Milleproroghe, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, non contiene infatti lo slittamento dei termini per sfrattare quelle che per il Sunia, il sindacato degli inquilini, sono circa «30 mila famiglie, in estremo disagio abitativo». 

Per il  ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la misura non è stata inserita in quanto,  sul fronte affitti, sono già operativi due fondi previsti nel decreto casa, con uno stanziamento di 446 milioni di euro.

Soddisfazione per la  decisione del governo è stata manifestata da Confedilizia, l’organizzazione dei proprietari immobiliari. Per il presidente Corrado Sforza Fogliani, infatti, «il governo evita il trentunesimo blocco degli sfratti», interrompendo quella che era diventata una «liturgia». 

Dal fronte degli inquilini, il segretario generale del Sunia, Daniele Barbieri, esprime «forte preoccupazione», e sconfessa le giustificazioni addotte dal  Governo precisando che i destinatari del mancato provvedimento di proroga non sono quelli interessati  dai fondi di cui parla il ministero. Si tratta, spiega il Sunia, di persone che «pagano regolarmente, non di morosi»: il loro problema sta in un contratto di affitto scaduto che da oggi non sarà più rinnovato.

Barbieri  chiarisce che  «non sono famiglie che vogliono restare nella casa in cui sono perché particolarmente attratte da quell’abitazione, ma perché non sono in condizione di trovare sul mercato un altro alloggio adeguato alle loro ristrette possibilità». 

La proroga, peraltro, spiega il segretario nazionale del Sunia Aldo Rossi, ha fin qui operato per «nuclei bisognosi, con sulle spalle anziani, portatori di handicap, malati terminali. E non basta, non devono neppure superare i 27 mila euro annui di reddito lordo».  

E lancia un avvertimento:  «Chiederemo ai prefetti di non concedere forza pubblica per questo tipo di sfratti e poi ci impegneremo affinché in sede di legge di conversione del decreto venga inserita la proroga». 

Ci permettiamo di osservare che la prima opzione non sembra legittima ed in passato, quando in qualche isolato caso il Prefetto è intervenuto, il relativo provvedimento amministrativo è stato annullato dal TAR.

Per quanto riguarda la seconda possibilità non si può escludere nulla ( e quindi anche un ripensamento del Governo) visti i ripetuti colpi " a sorpresa" a cui ci ha abituato l'Esecutivo e in casi ancora più clamorosi lo stesso Parlamento con provvedimenti annullati poi dalla Corte Costituzionale.

Anche per il 2015, quindi, si prevede un anno estremamente caldo sul fronte delle locazioni ricordando che il 31 dicembre è il termine ultimo fissato dalla L. 80/2014, per gli inquilini , per godere ancora dei privilegi, dichiarati incostituzionali  con sentenza n.50/2014 della Consulta (canone ridottisimo e durata 4+4 anni), previsti dal  D.Lgs 23/2011 emanato dal Governo Berlusconi. 

Peraltro si evidenzia che anche il suindicato termine del 31.12.2015 potrebbe saltare del tutto in caso di nuovo intervento della Corte Costituzionale che dovesse nel corso di quest'anno dichiarare incostituzionale (come appare più che probabile) anche l'art. 5 comma 1ter L.80/14.

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