Siamo sicuri che il problema sia l’immigrazione e non la disoccupazione?

Dall’Italia emigrano in cerca di lavoro all’estero come nell’immediato Dopoguerra

Dall’Italia emigrano in cerca di lavoro all’estero come nell'immediato Dopoguerra. Basti guardare i dati rilevati per il 2016 dal Centro Studi e Ricerca Idos che conta oltre 285.000 italiani in cerca di fortuna fuori dall’Italia, principalmente tra i 18 e i 34 anni, non solo laureati e dottorandi.  Nel dopoguerra erano 300,000 gli italiani che emigravano all’estero. Gli italiani che partono hanno un livello medio di cultura più elevato rispetto al 2002, in cui si emigrava anche con la licenza media, tuttavia solo il 25% parte con una laurea in tasca.

Il problema più grande all’interno della disoccupazione è la disoccupazione giovanile.  Nella fascia di età compresa tra i 15 ed i 24 anni, a livello europeo il 2017 ha visto il 16,8% dei ragazzi e delle ragazze senza lavoro, secondo i recentissimi dati dell’Istituto Europeo di Statistica ( Eurostat).

Se è vero che secondo l’Istat, a luglio scorso la disoccupazione era in calo e portata al 10,4%, cioè ai livelli di marzo 2012, e che c’è un calo della disoccupazione giovanile, scesa al 30,8% (-1,0 punti), ovvero al minimo da ottobre 2011, è anche vero che  ‘’la diminuzione congiunturale dell'occupazione è interamente determinata dalla componente femminile e si concentra tra le persone di 15-49 anni, mentre risultano in aumento gli occupati ultracinquantenni.  Un altro dato preoccupante è il boom dei cosiddetti ‘’inattivi’’, tra i 15 e i 64 anni, ovvero coloro che il lavoro neppure lo cercano più e che sono saliti a 89.000. Rispetto a questi, l’Istat dice che il tasso di inattività sale al 34,3% .

Interessante osservare anche che gli immigrati che sbarcano in Italia, sempre secondo i dati del Centro Studi Idos nel 2016 sono stati 181.000, nel 2017 meno di 200,000, fino a toccare il -81% dei primi mesi del 2018 rispetto al 2017.

C’è di più, in chiave demografica l’ ausilio degli immigrati è indispensabile. “All’Italia servono tra i 200 e i 270mila cittadini giovani in più per non invecchiare troppo”, commenta Pittau, presidente del Centro Studi e Ricerche Idos. Le proiezioni di Idos  affermano che nel 2065 “la popolazione residente straniera salirà da 4,6 milioni nel 2011 a 14,1 milioni nel 2065 (con una forbice compresa tra i 12,6 ed i 15,5 milioni)”. Senza gli immigrati nessuno sarebbe in grado di governare gli anziani: “L’indice di dipendenza degli anziani (cioè il rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione in età attiva 15-64 anni)” passerà “dal 30,9% al 59,4% “.

A questo punto viene da chiedersi: siamo proprio sicuri che il problema principale del nostro Paese siano gli immigrati che sbarcano sulle nostre coste?

 

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