Categorie: Cronaca

Sigarette elettroniche, incostituzionale l’accisa del 58%

Buone notizie per i fumatori che cercano soluzioni alternative al tabacco e per tutti gli operatori del settore delle sigarette elettroniche che avevano visto fortemente compromessi dal legislatore gli investimenti fin qui fatti.

Il regime fiscale applicato alle sigarette elettroniche, ovvero l'accisa del 58,5% addirittura «peggiorativo» rispetto ai tabacchi tradizionali, è incostituzionale. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale, con una sentenza emessa oggi.

La Consulta, in particolare, ha dichiarato «l'illegittimità costituzionale dell'art. 62-quater del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504 (Testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative), del decreto legislativo 15 dicembre 2014, n. 188 (Disposizioni in materia di tassazione dei tabacchi lavorati, dei loro succedanei, nonché di fiammiferi, a norma dell'articolo 13 della legge 11 marzo 2014, n. 23), nella parte in cui sottopone ad imposta di consumo, nella misura pari al 58,5% del prezzo di vendita al pubblico, la commercializzazione dei prodotti non contenenti nicotina, idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati, nonché i dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo».

La questione di legittimità era stata sollevata dal Tar del Lazio nel 2014.

La Corte ha rilevato in diritto che,  «mentre il regime fiscale dell'accisa con riferimento al mercato dei tabacchi trova la sua giustificazione nel disfavore nei confronti di un bene riconosciuto come gravemente nocivo per la salute e del quale si cerca di scoraggiare il consumo, tale presupposto non è ravvisabile in relazione al commercio di prodotti contenenti 'altre sostanze, diverse dalla nicotina, idonee a sostituire il consumo del tabacco, nonché dei dispositivi e delle parti di ricambio che ne consentono il consumo. Appare quindi del tutto irragionevole l'estensione -scrive la Consulta-, operata dalla disposizione censurata, del regime amministrativo e tributario proprio dei tabacchi anche al commercio di liquidi aromatizzati e di dispositivi per il relativo consumo, i quali non possono essere considerati succedanei del tabacco».  

Sarà certamente contento chi vedeva nella legge, oggi dichiarata incostituzionale, un tentativo malcelato della Stato di proteggere gli introiti provenienti dalla vendita di prodotti del tabacco, messi parzialmente in pericolo dal proliferare dei nuovo prodotti alternativi e delle categorie di negozi di vendita di kit di fumo elettronico.

Redazione

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