Siria. Alcune testate online denunciano: Facebook sta bloccando pagine pro-curdi

‘Contropiano’ sottolinea che anche Instagram starebbe colpendo la propaganda filo-curda

Nelle ultime ore diverse pagine Facebook pro-curdi sono state bloccate: lo denunciano tra le altre le testate di informazione "Contropiano", e "DinamoPress", che parlano di "stupidità degli algoritmi intelligenti'" e di "censura".
In un comunicato i responsabili di "Contropiano – Giornale comunista online" dichiarano: "La nostra pagina Facebook è stata nascosta, al pari di decine di altre che in questi giorni ha scritto o postato contenuti filo-curdi e contro Erdogan. La frase che 'giustificherebbe' questa decisione – si legge ancora – è di singolare stupidita': 'Sembra che un'attività recente sulla tua Pagina non rispetti le Condizioni delle Pagine Facebook'.

In pratica avrebbero dovuto scrivere: 'non sappiamo neanche noi perché la tua pagina sia stata bloccata, perché abbiamo creato degli algoritmi ciechi che scattano automaticamente quando incontrano certe parole o foto'".
'Dinamopress' invece fa sapere che vari contenuti della pagina sono stati segnalati e invita i propri lettori a "esprimere il proprio dissenso contro questo atto di censura e di attivarsi in tutti i modi possibili affinche' la difesa degli spazi di libertà si trasformi in una battaglia politica".

Secondo le due testate sono state oscurate in particolare le pagine: MilanoInMovimento, GlobalProject, Ya Basta Edi Bese Infoaut e Binxet – Sotto il Confine. In quest'ultima, riferisce 'Contropiano', contiene anche "il documentario di Luigi D'Alife che racconta la resistenza del Rojava e le responsabilità dell'Europa nelle atrocità del confine turco-siriano. Con la voce narrante di Elio Germano, il video aveva già superato il mezzo milione di visualizzazioni".

Secondo la testata, "sono state chiuse anche molte pagine della Rete Kurdistan, del centro culturale Ararat. Nei mesi scorsi erano inciampati nella censura 'artificialmente intelligente' anche la campagna Rojava Calling. Facebook, qualche giorno dopo, bloccò una vignetta di Zerocalcare con la scritta Cizira-Botan Resiste, per denunciare il massacro di Cizre dell'esercito turco contro uomini, donne e bambini (28 morti ed oltre 100 feriti).

Stessa sorte per il profilo di Davide Grasso, autore di Hevalen, di ritorno dal fronte in Rojava contro l'Isis". Ma anche nel resto del mondo, prosegue la nota, "non si contano le censure a pagine di supporto alla lotta dei curdi contro l'Isis (nel 2015 il sito francese Streetpress denuncio' la censura della campagna Fuck Daesh, support Pkk)".

'Contropiano' sottolinea infine che anche Instagram starebbe colpendo la propaganda filo-curda, bloccando il reporter Michele Lapini "per una foto scattata durante il corteo in solidarieta' con il popolo curdo svoltosi a Bologna mercoledí 9 ottobre.
Nell'immagine- scrivono i responsabili- si vedeva infatti uno striscione con su scritto 'Erdogan assassino'. Alla protesta del reporter il social ha risposto nel solito modo: 'viola gli standard in materia di persone e organizzazioni pericolose'".

Conclude la nota: "Facebook, Instagram e gli altri social che in questi giorni stanno oscurando migliaia di pagine solidali con il popolo curdo sotto l'attacco di Erdogan costituiscono il tentativo di creare un campo delle opinioni ammissibili a livello mondiale che prescinde dalle ragioni dei conflitti in atto.
Facebook aveva ricevuto diversi consensi quando aveva deciso la chiusura delle pagine di CasaPound e Forza Nuova. Noi, da antifascisti militanti, avevamo visto l'assurdità di un 'antifascismo' affidato ad una società informatica di dimensione globale. Quegli stessi algoritmi, infatti, 'punivano' sia i siti fascisti che quanti scrivono per condannare e combattere il fascismo".
(Alf/Bol/ Dire) 

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