Categorie: Sport

SS Lazio, che batosta dallo Sparta, 0-3 all’Olimpico

Per nessun club la parola Europa ha poca importanza. Sia per le più grandi squadre, sia per quelle che mai hanno alzato un trofeo in ambito continentale, questa parola significa tanto. Per la Lazio, questa parola, può significare tutto, può valere un’intera stagione. Stadio Olimpico di Roma, l’urna di Nyon ha voluto mettere di fronte, qui, stasera, Lazio e Sparta Praga, nella gara valida per il ritorno degli ottavi di finale di Europa League. I biancocelesti, che in campionato stanno faticando molto, hanno riversato le proprie speranze in questo torneo per evitare di concludere una stagione in modo mediocre, soprattutto dopo quella passata. Gli uomini di Pioli partono sicuramente favoriti anche per il pareggio maturato all’andata in terra ceca, ma devono tenere alta la guardia perché l’avversario non rimarrà a guardare.

Pronti-via e la Lazio confeziona la prima occasione da rete, quando ancora il cronometro segna quindici secondi. Costa si addormenta sul pallone, Candreva lo pressa e gli strappa il pallone dai piedi, conclusione violenta sul primo palo che il portiere respinge. Le Aquile partono forte, ma gli ospiti prendono coraggio e in due minuti infilano due reti che tagliano le gambe alla squadra capitolina. Minuto 10, cross dalla destra, la difesa si perde Krejci che appoggia al limite di sponda per Dockal, missile terra aria sul secondo palo, Marchetti non può nulla. Passano solo due minuti e questa volta Krejci si mette in proprio: il centrocampista penetra in area e buca l’estremo difensore biancoceleste con un colpo di biliardo di sinistro piazzato. Alla squadra di Pioli adesso servono 3 reti per ribaltare il punteggio, il pareggio non basta. Pioli scuote i suoi che si riversano in avanti e fioccano le occasioni; al 25’ Candreva scappa sulla destra, pallone in mezzo per Mauri che arriva a rimorchio e calcia indisturbato a colpo sicuro, ma Bbicik salva e respinge in angolo. Dopo sei minuti, stavolta, Candreva si libera e calcia da fuori, ma è ancora Bicik a negare la rete ai padroni di casa. Lo sbilanciamento in avanti della Lazio, inevitabilmente, concede molto spazi ai cechi che al 35’ sfiorano il tris con Dockal che vuole ripetersi calciando di destro da fuori, Marchetti è attento e para.  A 5 minuti dal duplice fischio su una punizione dalla trequarti di Biglia, svetta in area Bisevac, ma il colpo di testa è centrale e Bicik può bloccarlo. Al 43’ arriva il colpo del KO quando la Lazio sembrava poter riaprire il match. Azione manovrata dello Sparta che porta al cross Frydek, in area c’è Julis che anticipa in modo fortunoso Bisevac e mette di piatto il pallone alle spalle di Marchetti. Dopo un primo tempo giocato a ritmi altissimi si rientra negli spogliatoi per un thè caldo, con lo Sparta Praga avanti per 0-3 e virtualmente qualificato ai quarti. I biancocelesti hanno fatto la partita costruendo tantissimo, ma uno Sparta molto cinico ha sfruttato gli errori difensivi della Lazio e ha infilato 3 reti su 4 tiri totali.

Nel secondo tempo la Lazio continua a pressare e al 51’ sfiora la rete con Mauri che colpisce di testa su uno spiovente di Lulic, ma ancora Bicik nega la rete ai biancocelesti. Gli ospiti cercano di contenere le offensive della Lazio, difendendosi con undici uomini dietro la linea del pallone, sicuri del punteggio.  Al 65’ l’appena entrato Matri sfiora l’eurogol deviando di tacco un cross teso dalla destra. Il pressing delle Aquile, pian piano, si va affievolendo come le speranze di qualificazione ai quarti. Negli ultimi venti minuti, la Lazio continua a tenere il pallino del gioco, completamente riversata nella metà campo avversaria, ma non arriva neanche la rete della bandiera. Al triplice fischio il punteggio è netto e risulta sicuramente pesante nei confronti di una Lazio che ha fatto la partita, ma che non è riuscita a finalizzare. Eliminata, dunque, anche la Lazio dall’Europa League e l’Italia non porta nessuna società ai quarti delle due  competizioni europee. Gli uomini di Pioli lasciano il campo accompagnati da numerosi fischi dei loro stessi sostenitori.

*Foto di Claudio Pasquazi

Redazione

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