SS Lazio, pari contro il Chievo: Paloschi riprende Klose

La Lazio in emergenza pareggia per 1-1 contro il Chievo e ritrova il secondo posto in solitaria: +1 sulla Roma

Dopo lo stop a Torino, la Lazio riparte solo parzialmente contro il Chievo: 1-1 all'Olimpico, dove Pioli e compagnia si portano solo a più uno sulla Roma. ll distacco sarebbe potuto essere di tre punti, se Paloschi non avesse paregiato al 75' il vantaggio di Klose. 

Una domenica di rimpianti, dunque. Sebbene non manchino le attenuanti per i biancocelesti, decimati da squalifiche e infortuni. Nel 4-3-3 Pioli rispolvera addirittura Ledesma e Onazi, che si schierano in mezzo con Lulic. In difesa manca il perno De Vrij, rimpiazzato dalla coppia Novaretti-Mauricio. L'unica buona nuova consiste nel rientro di Radu a sinistra, mentre sull'altra fascia c'è Basta. Davanti è assente anche Mauri: spazio al trio Candreva-Klose-Anderson. 

Priva dei suoi uomini d'ordine – Biglia in mediana e appunto Mauri – la Lazio non cambia il copione tattico. Attacca sin da subito un Chievo guardingo, a tratti nel primo tempo 'catenacciaro'. Le chance però latitano. Anderson è seguito da tre difensori, Klose imbottito nella linea centrale clivense. A farsi carico del peso offensivo è Candreva, che offende a destra e sinistra: ci prova all'3' su punizione senza creare pericolo. Poco più tardi l'ala di Tor de Cenci spaventa ancora Bizzarri: l'ex numero uno laziale devia in corner con un miracolo. Insomma, l'impeto non è quello delle serate di grazia, eppure la banda Pioli gioca sempre nella metà avversaria. 

Non a caso lil primo tempo incorona il vantaggio della Lazio nel recupero. Highlander Klose prende palla sulla trequarti, accelera sul centro-destro e penetra in area, dove non perdona e non vi è spazio per la clemenza: tocco sotto ad ingannare Bizzarri e 1-0 in cassaforte. La prima metà finisce con la festa dei 55 mila presenti, che hanno tinto di bincoceleste l'Olimpico. 

Il ritorno dagli spogliatoi è più traumatico del previsto. Perché la Lazio attacca in massa senza concretizzare le occasioni per il raddoppio. Prima il tandem Candreva-Onazi grazia il Chievo in contropiede, poi è il turno di Keita – entrato per sostituire Klose – che quest'anno parla una lingua opposta a quella del gol. Così come nei più classici pomeriggi pallonari, si materializza la beffa: al 75', dopo i miracoli di Bizzarri e il non pervenuto cinismo delle punte laziali, Paloschi sbianca l'incrocio dei pali e segna l'1-1.

Un gol favoloso, beffardo appunto. Che condanna la Lazio a un forcing oppressivo ma infruttuoso negli ultimi 15'. Dal cimitero degli elefanti ritornano anche Brayan Perea e Ederson, Pioli finisce il match con ben cinque giocatori offensivi. Però il risultato non si sblocca, il Chievo resiste all'attacco disperato (e molto confuso) della Lazio e mantiene l'equilibrio. 

1-1 e rimpianti all'Olimpico. I biancocelesti non entusiasmano né deludono. Va ripetuto: le attenuanti sono ben nove, come il numero degli assenti fra infortuni e squalifiche. Eppure per quanto rimaneggiata, dalla Lazio era lecito aspettarsi qualcosa in più. Il pareggio lascia l'amaro in bocca perché avrebbe potuto salire a +3 sulla Roma.

Un solo punto di distacco, una lunghezza minima ma comunque sufficiente per 'festeggiare' il secondo posto in solitaria.  Sperando che la posizione rimanga invariata. Così fosse, la Lazio vincerebbe il suo Scudetto, parola di Pioli e Roma avvertita. 

 

 

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