Stupro, Cassazione: riduzione pena anche con rapporto completo

Accolto il ricorso di un uomo accusato di violenza sulla moglie: le violenze avvenivano solo da ubriaco

Una sentenza che sta già facendo discutere, e non poteva essere altrimenti. Secondo la Cassazione, infatti, gli imputati per stupro possono ottenere l'attenuante e quindi il relativo sconto di pena, di aver commesso un fatto "di minore gravità" anche nel caso di violenze carnali "complete" ai danni delle donne. E' stato pertanto accolto il ricorso di un uomo di 48 anni, al quale la Corte di Appello di Venezia aveva inflitto una condanna (la cui entità non è stata resa nota) per maltrattamenti in famiglia e per violenza sessuale ai danni della moglie. L’imputato ha chiesto le attenuanti perché gli abusi avvenivano solo quando era ubriaco. Questa tesi era stata sempre respinta dal procuratore generale Pietro Gaeta, che aveva sollecitato l’inammissibilità dell’istanza.

Nell'ottobre 2013 la Corte d’appello di Venezia, aveva rigettato la richiesta della difesa dell’uomo di uno sconto di pena sostenendo "che in ogni caso la consumazione di una violenza carnale completa, al di là delle condizioni soggettive nelle quali versi l’autore, resta un fatto non ascrivibile fra le violenze sessuali di minore gravità". I giudici supremi, invece, hanno accolto il ricorso presentato dall'imputato poiché – questo è il punto di vista degli ermellini della III sezione penale -per valutare la gravità di uno stupro, "deve assumere rilevanza la qualità dell’ atto compiuto (e segnatamente il grado di coartazione, il danno arrecato e l’entità della compressione) più che la quantità di violenza fisica esercitata".

In virtù di questa sentenza, ora è previsto un nuovo esame in appello del processo,dal momento che "è mancata, quanto alle caratteristiche del fatto, un’analisi complessiva dello stesso in particolare con riferimento alla valutazione delle ripercussioni delle condotte, anche sul piano psichico, sulla vittima essendosi i giudici di appello limitati a descrivere il fatto contestato -per stessa definizione normativa -, di violenza, senza tuttavia analizzarne, come necessario, gli effetti".

Come prevedibile, sono giunti i primi commenti indignati: "Stiamo sminuendo – ha dichiarato e Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Telefono Rosa – l’importanza di un delitto così efferato come lo stupro che sembra quasi un’istigazione a delinquere. E questo avviene in un momento particolarmente grave e violento per le donne, dove quasi ogni giorno c’è una donna uccisa. Forti perplessità sono state manifestate anche dall'avvocato e deputato Giulia Bongiorno: "Mi sembra estremamente difficile immaginare un caso di violenza sessuale con penetrazione che possa essere poco grave”. Una sentenza che dice di non comprendere e “di non condividere. L'impressione è quella che voglia derubricare il reato: che, insomma, si vada nella direzione di voler ridimensionare la violenza sessuale in sé".

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