Categorie: Cronaca

Sulle strade (rotte) delle vacanze

“L'estate sta finendo…” canticchiavano un paio di ragazzotti qualche millennio fa. Già, perchè sembra essere passato un millennio dall'ultima estate decente. Al di là del clima che, causa nostra, fa le bizze tanto che certi giorni sembra di essere alla periferia di Bangkok, il dramma è che l'estate che sta finendo non è nemmeno cominciata.

Spiagge semi deserte che fanno il pieno solo nei week end, cartelli con su scritto affittasi luglio e agosto ingialliti dal sole che fanno ormai parte del paesaggio. E poi, ristoranti chiusi, negozi e botteghe con le serrande giù, alberghi storici affollati solo dai nuovi padroni di casa, i piccioni. E non stiamo parlando della solita località sfigata dell'entroterra Molisano o della Basilicata che, se non ci girano il seguito della Passione che ci vado a fare? La cartolina in questione arriva dalla Romagna, sì dalla Romagna della settimana scorsa.

Specchietto tornasole della vacanza media estiva da sempre, anche lì ci si ritrova ad incrociare i pollici continuando a sperare in chissà che cosa, in chissà chi.

Anche lì, come quasi ovunque nel Paese che in Europa continuano a giocarsi a carte, se si è alla ricerca di un souvenir te lo vendono i cinesi  che, è noto, in quanto a piadina e crescioni non sono secondi a nessuno! Beh, magari questa è un po' grossa ma, dopo le “riprese” e “ripresine” che, a seconda del vento, snocciolano i governanti conditi dai dati Istat che oggi dicono una cosa e domani il contrario, una balla più, una meno…

Meno male che piove, allora. Così quelli che litigano in Senato, solo perchè altrimenti si accorciano le ferie già prenotate, potranno dare la colpa al meteo: “i cittadini, diranno, volevano partire. Ma se piove dove vai?”.

Sono quasi trent'anni che giro il Paese alla ricerca di storie vere, non di chiacchiere. E le storie vere le raccontano solo quelli che lavorano. Quelli che hanno continuato a tenere aperti alberghi e ristoranti nonostante tutto, nonostante tutti. Quelli che dicevano che tirava una brutta aria e che “se continua così, tutti a casa!”. Quelli che lavoravano e che davano lavoro e che oggi sono a casa, in Italia o, fortunati, all'estero.

A ferragosto il pienone? Ok, una settimana su 12. E poi?

Ma quella benedetta Perugia-Cesena! Ho riconosciuto le buche di quando ero bambino.

Che tenerezza

Redazione

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